Salumi e formaggi italiani Dop come
il prosciutto di Parma o il Pecorino toscano marchiati con il
bollino rosso, etichette allarmistiche sul vino che, dopo
l'Irlanda, arrivano anche in Belgio, esportazioni di frutta e
verdura di IV gamma messe a rischio dalla direttiva sul
packaging e prodotti stranieri che diventano magicamente
italiani grazie a minime lavorazioni: questi i pericoli
principali per nostro made in Italy a tavola al centro
dell'allestimento nello stand Coldiretti a Cibusl la fiera
alimentare che si è aperta oggi a Parma.
Il Nutriscore resta un pericolo, dice Coldiretti secondo cui
"l'etichetta a semaforo sembrava congelata, ma alla quale il
Portogallo ha recentemente aperto le porte andando ad
aggiungersi a Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e
Lussemburgo. Un sistema sostenuto dalle multinazionali che
penalizza prodotti simbolo della Dieta Mediterranea, non
fornendo informazioni ma facendo scattare l'allarme su alcuni
prodotti per condizionare le scelte alimentari dei cittadini".
Basti pensare che alcuni gioielli del made in Italy a tavola
sono classificati con la lettera 'E' in rosso (il rating
peggiore) ma lo stesso olio extravergine d'oliva può vantare
appena una 'C' mentre bevande gassate e cibi ultraprocessati
vengono promossi a pieni voti col bollino verde e la lettera
'A'.
Interrogativi aperti anche sulla direttiva packaging. Se sono
salve bottiglie di vino e vasi per i fiori, resta in bilico
l'ortofrutta di IV Gamma, dove il futuro di insalata in busta o
confezioni di pomodorini è affidato a deroghe a livello
nazionale. Secondo Coldiretti rischia poi di allargarsi "anche
la follia delle etichette allarmistiche sul vino dopo che
l'Irlanda ha ottenuto il via libera dalla Commissione Europea e
con il Belgio che ha annunciato l'intenzione di seguire la
stessa strada". "Ci auguriamo che la futura Commissione -
sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini -
faccia scelte più consapevoli e non ideologiche, risolvendo le
problematiche ancora aperte che pesano ancora sui bilanci delle
imprese agricole europee, ma anche affermando i principi della
reciprocità delle regole e della trasparenza verso i cittadini
su quanto portano in tavola".
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