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Corsa per mappare Dna capi bestiame prima che si estinguano

Contributo Unicatt a Linee guida FAO per maxi-censimento globale

Redazione ANSA ROMA

Corsa contro il tempo per realizzare un super-censimento genomico degli animali d'allevamento a rischio di estinzione nel mondo: si stima che nell'ultimo secolo si sia già estinto il 10% delle razze, che il 30% sia ora a rischio e che di un altro 30% non si abbiano dati sufficienti per definire il loro grado di rischio. È quanto riferito da Paolo Ajmone Marsan dell'Università Cattolica di Piacenza, che, insieme a Licia Colli, ha contribuito a elaborare le linee guida FAO sul tema, con l'obiettivo di stabilire come usare l'informazione contenuta nel DNA degli animali allevati per ottimizzare i programmi di conservazione e miglioramento genetico delle razze d'allevamento, e identificare geni di interesse da usare per creare capi di bestiame più resilienti ai cambiamenti climatici.

"Grazie alla esponenziale riduzione di costi e tempi di sequenziamento genomico - sottolinea Ajmone - sarà possibile effettuare una caratterizzazione dettagliata del DNA di tutte le razze zootecniche esistenti, attraverso il sequenziamento completo del loro genoma. Ad oggi diverse migliaia di capi di più di 100 razze sono stati sequenziati, ma le razze sono più di 8000. Quanto ai tempi di questo mastodontico "censimento genetico", attualmente si pensa a dieci anni, ma la genomica è sempre andata più veloce di quanto pianificato, grazie a salti tecnologici continui, quindi i tempi si potrebbero accorciare".

Molte razze locali di specie animali allevate nel mondo stanno rapidamente scomparendo, spiega Ajmone, perché purtroppo non riescono a competere con le razze industriali, più produttive e anche a causa dell'abbandono dell'agricoltura in aree marginali del mondo, o semplicemente per instabilità sociali, guerre e carestie. "Perdere queste razze locali potrebbe essere un cataclisma per le comunità rurali nei paesi a basso e medio reddito e sarebbe un vero disastro dal punto di vista della conservazione genetica globale. L'estinzione di queste razze, infatti, sta portando alla perdita di geni fondamentali per l'adattamento a climi estremi, geni che potrebbero essere sfruttati trasferendoli nel Dna di razze allevate su scala industriale. Un giorno, quando paesi temperati come il nostro dovessero acquisire un clima più estremo, con caldo killer e aridità, questi "geni dell'adattamento" potrebbero tornare utili anche ai nostri allevatori, conclude Ajmone. (ANSA).

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