"I suoli delle pianure italiane (19% del territorio) hanno una dotazione di sostanza organica tra il 2 e il 3% - spiega Walter Ganapini, presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Re Soil Foundation -. Dobbiamo arricchire la fertilità naturale, impoverita nei decenni da monoculture e da impattanti pratiche meccaniche e chimiche. Possiamo farlo riportando nei terreni il compost, fertilizzante ottenuto da rifiuti organici da raccolta differenziata".
"I rifiuti organici e gli altri materiali compostabili rappresentano il 40% del totale di tutti i rifiuti prodotti nelle nostre case - sottolinea Lella Miccolis, presidente del Cic, Consorzio italiano compostatori -. Questa componente così rilevante dei rifiuti può essere trattata senza problemi all'interno degli oltre 350 impianti di compostaggio e di digestione anaerobica italiani".
Nell'organico devono essere gettati scarti di alimenti sia vegetali sia animali, ma anche sfalci di potatura e gli imballaggi realizzati in materiale compostabile: sacchetti, piatti, bicchieri, stoviglie, capsule per bevande. Questi manufatti sono ottenuti da biopolimeri compostabili e da fonti vegetali come polpa e fibra di cellulosa. Le bioplastiche compostabili sono riconoscibili per l'indicazione dello standard europeo En13432 o per la presenza di un logo.
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