I ricercatori hanno studiato l'effetto dell'urbanizzazione del paesaggio e del clima su due gruppi di impollinatori (api selvatiche e sirfidi), sulle risorse floreali a loro disposizione (il nettare di cui si nutrono) e sul polline che trasportano sui loro corpi. I campioni sono stati raccolti in 40 siti dislocati principalmente nella città metropolitana di Milano, a partire da aree semi-naturali per arrivare fino ad aree con diversi livelli di edificato.
I risultati dimostrano che le api preferiscono vivere nelle aree suburbane: il loro numero raggiunge il picco (con oltre 100 esemplari rilevati in 24 ore) dove il cemento occupa solo il 22% delle superfici, mentre cala con la crescente urbanizzazione. La presenza di impollinatori è inoltre influenzata dalla distanza tra le aree verdi e dall'ampiezza del parco urbano. A influire negativamente sulla presenza di impollinatori non è solo la mancanza di verde, ma anche il clima locale. Gli impollinatori diminuiscono nelle aree più urbanizzate dove, tra la primavera e l'estate, si registrano variazioni minime della temperatura, che resta alta più a lungo rispetto alle aree semi-urbane o agricole.
Un altro aspetto evidenziato dallo studio è che al crescere delle aree cementificate, il polline trasportato dagli insetti è sempre meno vario, ovvero deriva da un numero sempre più ridotto di specie di piante. In città, tra l'altro, il polline proviene in buona parte da piante esotiche e ornamentali.
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