"Le Denominazioni di Origine italiane continuano a rappresentare un unicum in termine di qualità, varietà e tracciabilità - ha spiegato Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc - e anche un riferimento per i consumatori di tutto il mondo che evidenziano sempre più la loro propensione per l'acquisto di prodotti sostenibili. I Consorzi si sono mossi in questa direzione virtuosa e continuano a farlo con crescente impegno.
Anche per questo colpiscono in modo negativo alcune recenti riforme che depotenziano di fatto il legame tra le Iv e le politiche di sviluppo rurale".
Del resto "oggi essere buoni conviene - ha commentato Ermete Realacci, Presidente Fondazione Symbola - non solo è bello e giusto muoversi nei parametri della sostenibilità ma tutto questo offre anche un ritorno in termini di immagine ed economici. In questo momento il consumatore mondiale collega il concetto di sostenibiliità a quello di qualità e questo rappresenta una chance enorme per il nostro Paese che, in effetti, è all'avanguardia su questi temi." "Per un Consorzio, così come anche per un'impresa, il rispetto di requisiti di sostenibilità sociale ed economica è ormai un must - ha detto Michele Manelli, Vice Presidente Equalitas - E possiamo dire con orgoglio che lo standard Equalitas, in tal senso, ha fornito e continua a fornire una straordinaria spinta propulsiva".
"Abbiamo aderito sin da subito alla stesura del "Primo Rapporto sulla Sostenibilità del Vino - ha concluso Paolo Cuccia, presidente Gambero Rosso - da cui è nata Equalitas. In meno di un decennio, anno dopo anno, abbiamo visto aumentare le adesioni da parte del comparto produttivo. A oggi sono 120 le aziende che aderiscono a questo sistema di rating, da molti giudicato il più avanzato a livello internazionale. Un primato importante per il Made in Italy su un tema determinante per il futuro del mondo".
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