"Alcuni investimenti strutturali e diversi progetti - ha ricordato, nel bilancio di fine anno, il presidente di Agroinnova Angelo Garibaldi - hanno permesso di affrontare il tema dei cambiamenti climatici lavorando su colture economicamente importanti in Italia, come la vite, le orticole e le piante da fiore. Speriamo ce, come facciamo noi da ormai 20 anni, in tanti comincino a lavorare concretamente sulla resilienza al cambiamento climatico".
Tra i casi studio trattati da Agroinnova il punteruolo rosso delle palme, che le falcidiate in Italia, in tutta l'Europa mediterranea e in Medio Oriente, la ruggine del caffè, la Xylella, che ha distrutto tantissimi uliveti in Puglia, la peronospora della patata e della vite. Nel 2020 la direttrice di Agroinnova, Maria Lodovica Gullino, è stata incaricata dalla Fao di coordinare 11 ricercatori di tutto il mondo e di fare il punto delle ricerche sulla relazione tra malattie delle piante e cambiamenti climatici, disegnando una strategia a uso dei decisori politici.
"Le aziende agricole hanno necessità di queste ricerche - spiega Vittorio Viora, consigliere di Confagricoltura Piemonte, vicepresidente Anbi e membro del comitato scientifico di Agroinnova - il cambiamento climatico e la lotta ai parassiti vegetali quanto mai necessitano di ricerche sul campo e in collaborazione con le aziende agricole".
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