Un notevole quantitativo di prodotto che - è stato spiegato - ha finito con il determinare uno stallo delle vendite dell'olio umbro. Il Covid ha poi contribuito a rallentare ulteriormente le vendite, anche se è stato sottolineato come la crescita del commercio online di olio confezionato, ha in parte mitigato il problema.
Non si registrano differenze "apprezzabili" sul numero di imprese olearie attive: 215 il totale regionale, 156 in provincia di Perugia (il 65% del totale) e 59 in quella di Terni.
Le rese di olio-quintali di olive mediamente si sono aggirate intorno ai 14-15 chili. Il numero degli ulivi in Umbria si aggira intorno ai 7 milioni e mezzo, più di 8 ulivi per ogni umbro.
"E possiamo dire, con orgoglio - ha sottolineato il presidente della Camera di commercio dell'Umbria Giorgio Mencaroni - che anche grazie alla spinta delle iniziative del sistema camerale, come l'Ercole Olivario e l'Oro Verde, si è sviluppato un rinnovamento del settore olivicolo da far parlare di 'Rinascimento' dell'olio dop e extra vergine d'oliva italiano e umbro. Che, peraltro, vede impegnati nuovi protagonisti, forze fresche, giovani e donne. L'Oro Verde dell'Umbria ha intercettato questa linea verde che sostiene una decisa volontà di investire in olivicoltura, per valorizzare cultivar autoctone, procedere a reimpianti, puntando su processi innovativi e sullo sviluppo tecnologico. E mi fa particolarmente piacere notare come negli ultimi anni abbiamo visto scendere l'età media dei premiati dell'Oro Verde, grazie all'inserimento nelle aziende delle nuove generazioni".
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