Respinge le contestazioni
mosse ed intende produrre "le proprie adeguate contro-deduzioni
che non potranno altro che confermare la correttezza della
propria condotta" l'azienda olearia spoletina Pietro Coricelli
coinvolta nell'indagine della procura di Torino sul presunto
falso extravergine d'oliva. In una nota rassicura poi "tutti i
propri consumatori, e più in generale tutte le parti
interessate, che i prodotti da essa posti in commercio in
passato, ora, e come sempre sarà in futuro rispettano tutti i
più elevati standard di qualità in ossequio alle più stringenti
normative in vigore". Secondo la Coricelli, le verifiche fatte
sia dalla rivista "Il Test" sia successivamente dai Nas di
Torino su incarico della procura "si fondano esclusivamente su
una prova di assaggio del prodotto". "Tali verifiche, sebbene
condotte da assaggiatori professionisti - aggiunge -, sono ormai
da più parti ritenute insufficienti in quanto trattasi di un
metodo di analisi soggettivo, non ripetibile e non
riproducibile. Le risultanze delle analisi pubblicate dalla
rivista "Il Test" sono state già da tempo contestate
dall'azienda e fatte oggetto di querela presentata presso la
procura della Repubblica di Spoleto. Sul punto, a riprova della
sostanziale scarsa affidabilità della prova di assaggio, è
curioso notare che le risultanze della rivista 'Il Test' si
riferivano a nove aziende, due delle quali non vengono tuttavia
riportate nel comunicato della procura della Repubblica ripreso
dalle fonti di stampa". Secondo l'oleificio umbro "il lotto
oggetto di contestazione, prima di essere posto in commercio, è
stato oggetto di accurate analisi, sia da parte dell'azienda,
che da parte di laboratori esterni accreditati, che ne hanno
confermato la conformità qualitativa". La Coricelli sostiene poi
che la magistratura piemontese "si limita, sulla base di metodi
di accertamento appunto discutibili, a contestare che l'olio
posto in commercio sia 'vergine' anziché 'extra-vergine'".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA