Nome del produttore sulle etichette delle Dop e Igp e norme per evitare in futuro casi tipo Prosek. Sono alcune delle novità della riforma delle regole su Dop e Igp su cui le istituzioni europee hanno raggiunto un'intesa oggi.
L'accordo prevede anche schemi comuni per le dichiarazioni di sostenibilità, più poteri ai consorzi di produttori, rafforzamento della protezione online, anche per i nomi dei domini, e quando un prodotto a indicazione geografica viene usato come ingrediente di un alimento trasformato.
"I prodotti a indicazione geografica sono strumenti potenti per i produttori europei, e aumentano il valore aggiunto per gli agricoltori, i trasformatori e i distributori", ha sottolineato il commissario Ue all'agricoltura Janusz Wojciechowski ricordando che "l'Italia è leader per numero di registrazioni".
Tra le norme anche l'eliminazione delle lacune che negli anni scorsi hanno generato i casi dell'aceto balsamico sloveno o cipriota, o del Prosek croato. Casi come questi "non potranno ripetersi in futuro", ha spiegato il relatore per l'Europarlamento Paolo De Castro (Pd). "Noi abbiamo risolto la questione dal punto di vista legislativo, scongiurando un 'Italian sounding' fatto nei confini dell'Ue", ha aggiunto, ma "il regolamento non è retroattivo". Quindi per i casi ancora aperti, ha aggiunto, la decisione resta nelle mani della Commissione, "che ci auguriamo prenderà in considerazione l'accordo politico raggiunto oggi con i co-legislatori e il suo valore".
L'Ue conta ormai oltre 3600 prodotti nel suo registro della qualità, un sistema che ha continuato a crescere costantemente dagli anni Novanta, all'inizio della globalizzazione, quando fu pensato dall'Ue per tutelare il "savoir faire" agricolo europeo.
Da allora è diventato anche uno strumento "d'attacco", nella penetrazione in altri mercati. "Il sistema Dop e Igp, ad alto valore aggiunto, è uno dei motivi per cui abbiamo un surplus negli scambi agroalimentari", ha sottolineato Wojciechowski.
Un valore, quello del riconoscimento nei Paesi terzi, "fondamentale" ha sottolineato il ministro dell'agricoltura spagnolo Luis Planas, presidente di turno del Consiglio agricoltura.
"Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso Made in Italy alimentare che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro" ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
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