Si riaccende la polemica sulle
nuove regole Ue per il settore biologico, a pochi giorni
dall'impegno dei ministri dell'agricoltura europei di provare a
concludere l'accidentato iter della riforma entro fine mese. Il
commissario europeo all'agricoltura Phil Hogan reagisce con
veemenza contro la campagna della Sezione Ue di Ifoam, che
rappresenta gli interessi dell'industria del biologico, secondo
cui "meglio nessuna riforma che una cattiva riforma". Hogan
attacca ciò che definisce un "chiaro tentativo di
disinformazione indirizzata sia ai produttori che ai
consumatori", condotto con "un linguaggio simile a quello
utilizzato dai più estremisti sostenitori della Brexit". Anche
l'atteggiamento di Ifoam, rincara la dose Hogan, riflette "le
illusioni" dei Brexiters più accesi. Senza un accordo sul bio,
sottolinea il commissario, "non si potrebbe ampliare l'ambito
dei prodotti con certificazione bio, non ci sarebbero regole
certe su alcuni settori e alcune deroghe, come quelle sui
mangimi non bio, scadrebbero a fine anno". La mancanza di un
accordo sulle nuove norme "significherebbe la prosecuzione di
condizioni impari per i produttori Ue in relazione alle
importazioni", nonché un "contesto sfavorevole" alle norme sul
cibo bio per la prima infanzia.
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