(ANSA) - ROMA - Una guerra nucleare, anche se di portata regionale, avrebbe un impatto tale sul clima da causare una drastica riduzione dei raccolti e condannare alla fame gran parte del mondo, con un numero di morti che potrebbe oscillare tra alcune centinaia di milioni e 5 miliardi: è quanto prevedono i sei scenari proposti dalla ricerca internazionale coordinata dalla Rutgers University di New Brunswick e pubblicata sulla rivista Nature Food.
"Eventi straordinari come grandi eruzioni vulcaniche o guerre nucleari potrebbero causare improvvise perturbazioni climatiche globali e influire sulla sicurezza alimentare", scrivono i ricercatori, che hanno stimato la quantità di fumi che si solleverebbe dal suolo in conseguenza delle esplosioni nucleari e come questi potrebbero influire sul clima e sui raccolti. Gli studiosi hanno elaborato sei diversi scenari di gravità crescente. In quello di minore impatto, che potrebbe equivalere a uno scontro limitato tra India e Pakistan, i ricercatori prevedono si solleverebbero dal suolo 5 milioni di tonnellate di fuliggine. La riduzione dei raccolti e della disponibilità di cibo nei successivi due anni porterebbe a 255 milioni di morti.
Basta tuttavia proiettare la capacità nucleare dei due Paesi asiatici al 2025 per avere un incremento di quasi quattro volte (19milioni di tonnellate) della fuliggine e dei possibili decessi (926 milioni).
Lo scenario peggiore, quello che si verificherebbe nel caso di un conflitto tra gli Usa e i suoi alleati e la Russia, produrrebbe 150 milioni di tonnellate di fuliggine e un inverno nucleare su scala globale. La riduzione della disponibilità di cibo nel mondo sarebbe di circa il 90% e oltre 5 miliardi di persone morirebbero per le conseguenze della fame. "In conclusione, la luce ridotta, il raffreddamento globale e le probabili restrizioni commerciali dopo le guerre nucleari sarebbero una catastrofe globale per la sicurezza alimentare", scrivono i ricercatori. "Una guerra nucleare . conclusono - non può essere vinta e non deve mai essere combattuta". (ANSA).
