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Salva-api 4.0, da drone impollinatore ad alveare robotico

Giornata mondiale 20/5, risvolto eco anche per cura malattie

Redazione ANSA ROMA

- Un esercito di mini droni impollinatori in grado di comportarsi come un vero e proprio sciame di api andando di fiore in fiore. Ma anche un alveare robotico alimentato a energia solare capace di tenere lontani i parassiti, raccogliere il miele, prendendosi cura della salute degli insetti. Sono le nuove frontiere della tecnologia e dalla miniaturizzazione per salvaguardare le api messe in pericolo da anni di pesticidi, inquinamento, cambiamento climatico e malattie di ogni genere. Insetti preziosi per il miele che producono, ma ancora di più per la loro opera di impollinazione dei fiori visto che diversi studi confermano che da questo lavoro dipenda il 75% di tutta la frutta e la verdura del pianeta.

I droni sono destinati a diventare, quindi, dei preziosi alleati non solo per volare sui campi, analizzando le condizioni delle coltivazioni dalla presenza di parassiti alla carenza di qualche nutriente, ma si fanno anche piccoli per simulare le attività delle api. E' il caso di RoboBeeHive, il progetto dell'Università del Maryland negli Usa già brevettato, il micro drone-ape equipaggiato con delle piccolissime telecamere, sarebbe in grado di individuare con precisione i fiori non ancora non impollinati, con risultati che potrebbero essere persino migliori rispetto agli insetti veri. Ha una tecnologia simile il BeeHome, il sistema robotico che si prende cura delle api e che può contenere fino a 24 alveari. Il progetto lanciato dalla startup israeliana Beewise, si basa su un drone di dimensioni medie che monitora e identifica le esigenze delle api in tempo reale utilizzando l'intelligenza artificiale. In assenza di nettare e polline il robot prenderà del cibo dai contenitori del dispositivo e darà da mangiare alle api. Ma oltre a fornire cibo e acqua, BeeHome può scoraggiare i parassiti a partire dagli acari della varroa che in genere sono trattati con pesticidi. In questo caso si utilizza un trattamento termico che non danneggia le larve delle api, ma uccida solo il parassita. Bee home ne ridurrebbe la mortalità dell'80% e in media gli apicoltori sarebbero in grado di raccogliere il 60% in più di miele rispetto alle tradizionali cassette. (ANSA).

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