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L’autunno di Taki omaggia il foliage giapponese col menu Momijigari

L’autunno di Taki omaggia il foliage giapponese col menu Momijigari

Non solo sushi e sashimi, cucina giapponese vince anche sui piatti caldi

01 ottobre 2021, 20:06

Redazione ANSA

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L’autunno di Taki omaggia il foliage giapponese col menu Momijigari (Fonte:Taki) - RIPRODUZIONE RISERVATA

L’autunno di Taki omaggia il foliage giapponese col menu Momijigari (Fonte:Taki) - RIPRODUZIONE RISERVATA
L’autunno di Taki omaggia il foliage giapponese col menu Momijigari (Fonte:Taki) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un autentico ristorante giapponese lo riconosci in primis dalle disposizioni delle bacchette: se affiancano in verticale il piatto è un fake. E’ uno dei segreti svelati da Yukari Vitti, titolare insieme a Onorio Vitti del ristorante Taki che, nel cuore di Prati a Roma, avvia un menu d’autunno omaggiando così la stagione nipponica del foliage, quando si compie uno degli spettacoli più affascinanti in natura. “La pandemia non mi ha permesso di tornare in Giappone da due anni, ma ho nel mio cuore – racconta l’imprenditrice – le passeggiate romantiche all’imbrunire tra i templi che si colorano di calde sfumature, con le fronde degli aceri che si accendono di rosso e arancio, e le foglie dei ginkgo che brillano come oro. . Per noi giapponesi, osservare la natura mentre cambia volto, è un appuntamento irrinunciabile, un’usanza millenaria. Ottobre e novembre sono mesi romantici ma anche l’occasione giusta per scoprire i piatti caldi della cucina giapponese che non è fatta solo di sushi e sashimi. Anzi. Per il nuovo menu utilizzo prodotti freschi dell’agricoltura italiana e la zucca mantovana è la più simile a quella giapponese”. Le tre portate del menu intitolato “Momijigari” sono in abbinamento a selezionati sake caldi, o al tè matcha. ). Il primo piatto del tris dedicato al foliage è la zuppa Ochibo hiroi, una vellutata di zucca mantovana, capesante, gambero, fagiolini e tofu fritto. “Usiamo la zucca, ingrediente immancabile delle tavole autunnali, è una qualità che ricorda quella giapponese, che ha una polpa farinosa e saporita”,spiega Yukari. A seguire c’è il Kamo roast, un arrosto di petto di anatra cotto a bassa temperatura (rigorosamente in stile giapponese) e servito con tre tipi di salsa, una a base di soya dolce, l’altra di senape e l’ultima diyuzugosho (è il pepe yuzu, fresco e delicato). Un piatto anch’esso autunnale, con i colori del giallo e dell’ocra a ricordare la stagione in corso. Chiude il menu degustazione (al costo di 45 euro a persona) il Kurogoma Ice, un gelato artigianale realizzato a Roma da Vitti –Caffetteria Ristorante Gelateria dal 1898 di proprietà di Onorio, al gusto del sesamo nero di Uji nella prefettura di Kyoto, città originaria di Yukari e iconico spot in autunno per gli amanti del foliage. “È un dessert che ricorda il gusto delle castagne–racconta la titolare –e per questo è molto amato anche dai romani”.

Taki è un ristorante di cucina tradizionale originale giapponese in Prati a Roma e rinomato per essere “ambasciatore” della Hida Wagyu, considerata la carne più pregiata al mondo. Oltre all’esperienza gastronomica, nel ristorante di via Marianna Dionigi dalle atmosfere zen (il nome del locale significa cascata e, come nella filosofia orientale, simboleggia l’uomo immerso nella natura in un tutto unitario, dove la sua individualità si fonde con essa, come l’acqua in un fiume che scorre). “Qui l’85% della clientela è costituita da italiani e sono perlopiù degli habitué” sottolinea Yukari, che ama condividere non solo cultura gastronomica ma anche gusto per il design e l’antiquariato. Sulle pareti del locale dei ventagli originari di Kyoto, acquistati da Yukari ed esposti per far ammirare ai clienti le sue decorazioni tipiche autunnali, delle foglie di acero vestito di rosso. Infine, saranno bene in vista degli utensili tradizionali della cerimonia del tè, momento conviviale associato da sempre all'arte millenaria nipponica di osservare la natura che cambia volto, che Taki propone nel corso dell’anno come esperienza autentica della tavola. Si tratta di tre oggetti in particolare: la “chaki”, ovverola tazza usata per il tè verde nell’antico rituale, e i suoi accessori; il “chasen”, il frustino in bambù che serve a mescolare il tè matcha e il “chasaku”, il cucchiaino (dello stesso materiale) usato per prendere la polvere per l’infusione nella teiera.

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