Chiede più attenzione e sostegno il
mondo della ristorazione italiana per riportare ordine nel
settore trasformato in particolare dalle nuove forme di mercato
emergenti. Tra le aspettative sono auspicati aiuti, sotto forma
di incentivi, per ridare slancio al comparto migliorando
qualità, formazione e capacità innovativa. E' quanto emerso a
Roma con il "Dinner Talk Ristorazione, Eccellenza italiana",
organizzato dalla Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe)
a Palazzo Ferrajoli. L'incontro, con un appello diretto in
particolare al mondo della politica ad intervenire, ha permesso
di fare un bilancio sul contributo economico del settore nel
tentativo di "trasmettere - come ha affermato il presidente
della Fipe Enrico Stoppani - non soltanto le problematiche, ma i
valori sociali, economici del comparto, molto spesso
sottovalutati". Stoppani in particolare ha auspicato "un futuro
che rafforzi il settore con politiche di sostegno al pari di
altri Paesi europei". Ha rilanciato inoltre l'idea di un tavolo
interistituzionale per rimettere ordine a un settore, lavorare
sulla qualità, innovazione, sulla formazione e sulla necessità
di incentivi". Il report economico 'Il valore della ristorazione
italiana', ha messo in risalto che oggi la ristorazione italiana
ha registrato nel 2019 una spesa delle famiglie pari a 86
miliardi, +0,7% rispetto al 2018. Gli addetti sono 1,2 milioni,
20 i miliardi per acquisti di prodotti alimentari. Con il
confronto il presidente di Illycaffè Andrea Illy ha sottolineato
come i pubblici esercizi siano leva importante dei 45 miliardi
dell'export e ha ribadito l'importanza di migliorare la qualità
e risolvere i punti critici con accordi di filiera.
Disponibilità verso accordi di filiera e a riscrivere norme
di settore "senza mortificare nessuno" è stata manifestata dal
sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico Alessia
Morani. Lo chef Carlo Cracco ha segnalato l'urgenza di scuola di
formazione per migliorare la qualità.
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