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Fase 2: ristorazione Langa, sgravi fiscali per salvare lavoro

No a battaglia sui prezzi, chef non mollano qualità e identità

Redazione ANSA ROMA

(ANSA) - La ristorazione delle Langhe, un distretto enogastronomico ad alta concentrazione di ristoranti stellati e prodotti-bandiera come il tartufo ora in candidatura Unesco, non intende mollare, alla ripartenza post emergenza Covid, sulla qualità e sull'occupazione ma chiede sgravi fiscali, politiche di marketing per incentivare l'arrivo di turisti italiani, più dehors a costi calmierati.

"La nostra cucina - ha detto il presidente del Consorzio Turistico Langhe Monferrato e Roero Ferruccio Ribezzo al Food&Wine Tourism Forum online organizzato dall'Ente Turismo dell'area piemontese - è più difficile per le preparazioni lunghe e le cotture al momento. Ha pertanto un equipaggio che non può essere ridotto ma per salvare l'occupazione servono sgravi dei contributi. E dopo aver fatto il pieno di stranieri, dobbiamo far un buon marketing con gli italiani".

"Il momento è difficile - ha sottolineato lo chef Enrico Crippa del ristorante tristellato Piazza Duomo ad Alba - ma come in un dettato a scuola siamo al punto e accapo. Spero di ricominciare, mantenendo anche il delivery per compensare i coperti che perderemo per il distanziamento sociale imposto. E dobbiamo lavorare ancor di più con gli artigiani, gli allevatori, gli agricoltori del territorio perché deve girare anche l'economia attorno".

"Il mondo non è più lo stesso ma non serviranno altre linee di cucine - per Walter Ferretto chef del ristorante stellato Il Cascinale nuovo di Isola d'Asti - perché ognuno di noi ha storia e identità. Siamo lavoratori, siamo di origine contadina, e continueremo a dimostrare ospitalità. Ma certo ci devono dare agevolazioni".

Massimo Camia, che fa ristorazione dal 1990 a Lamorra e ha 20 anni di stelle Michelin, ha osservato: "negli ultimi due anni in Langa abbiamo vissuto momenti di euforia. Ora con l'emergenza abbiamo capito che la qualità può assumere forme diverse, intendo mantenere delivery e take away. Il mio ristorante ha 60 coperti, dovrò ridurli a un terzo. Chiedo ai clienti di esserci al fianco anche negli infrasettimanali".

Più carico e ottimista Davide Palluda chef ristorante e osteria All'Enoteca di Canale: "ho già pronta la giacca da lavoro; dobbiamo essere positivi, determinati e forti".

Ma senza avviare battaglie sui prezzi perché farebbero pensare ad un allontanamento dalla qualità. Le istituzioni - ha concluso - dovrebbero aiutare i giovani imprenditori, le new entry che, in avvio di investimento, rischiano di rimanere nella rete".(ANSA)

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