Per la prima volta da decenni il commercio di suini e prodotti derivati da alcune aree della Sardegna sarà autorizzato senza restrizioni sanitarie legate alla peste suina. Lo annuncia ufficialmente oggi la Commissione europea. Resterà necessario il controllo delle autorità competenti. In alcune aree inoltre ci saranno restrizioni più leggere, mentre una zona localizzata rimane ancora soggetta a condizioni più severe. La peste suina è endemica in Sardegna dal 1978. I programmi di eradicazione sono in atto da 40 anni, con un 'piano straordinario' lanciato nel 2015 e un numero di casi che è "sceso drasticamente" secondo gli ultimi dati, viene segnalato.
"Con la decisione arrivata nelle ultime ore a Bruxelles, dopo oltre 40 anni per la Sardegna finisce l'embargo sull'esportazione di carni, causato dell'epidemia di peste suina africana". Così il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, che definisce questo momento "storico" per "gli allevatori sardi e per tutti gli imprenditori della filiera, che meritano finalmente di ripartire, pienamente e in sicurezza, nelle loro attività economiche".
"Nella rideterminazione dei territori sottoposti in precedenza a restrizioni - precisa Lollobrigida - la maggior parte della Sardegna si colloca fuori dalla fascia di rischio. Soltanto su alcune aree rimangono le restrizioni, ma in questi casi la movimentazione e la commercializzazione dei prodotti sarà regolamentata da linee guida in fase di elaborazione da parte del ministero della Salute, di concerto con la Regione Sardegna". Questa vicenda, conclude, "è da sempre una priorità che abbiamo attenzionato anche dall'opposizione, considerandola una piaga per l'economia sarda. Oggi arrivano risultati positivi. Il nostro impegno sarà quello di restare al fianco degli allevatori di tutto il territorio sardo, con un lavoro paziente, condiviso e partecipato".
Per la commissaria Ue per la Salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides, l'allentamento delle restrizioni sulla peste suina in gran parte dell'isola "è un'ottima notizia per la Sardegna, ma anche per l'intera Ue". "La lotta contro la peste suina africana è una priorità della Commissione da molti anni - prosegue - Le misure adottate oggi premiano gli sforzi delle autorità nazionali e regionali italiane e dimostrano che l'approccio dell'Ue si è dimostrato efficace nel contenere la diffusione del virus. Tuttavia, la lotta contro la peste suina nell'Unione europea è tutt'altro che conclusa: la malattia è ancora segnalata in 11 Stati membri, tra cui l'Italia continentale. La Commissione rimane impegnata a guidare la risposta dell'Ue alla lotta contro questa malattia, con l'obiettivo finale della sua eradicazione".
"Accolgo con estrema soddisfazione che la Commissione europea abbia ufficialmente riconosciuto che le misure adottate nel corso degli ultimi anni hanno portato a un forte miglioramento della situazione della Psa nell'isola. Questo aspetto è tanto più importante se calato nella situazione epidemiologica nazionale ed europea". Così il presidente di Assica - Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi, Ruggero Lenti, ha commentato la notizia dell'adozione del regolamento Ue che pone fine all'embargo di circa la metà del territorio sardo, suddividendo l'altra metà in zone soggette a diverse restrizioni e deroghe in merito ai risultati alla lotta alla peste suina. "Mi auguro - ha aggiunto - che i buoni risultati ottenuti in Sardegna siano replicabili quanto prima anche nell'Italia continentale ed invito le nostre Autorità sanitarie, ma soprattutto politiche, a proferire il massimo sforzo per raggiungere l'obiettivo di una completa eradicazione della Psa sul nostro territorio". Lenti ha infine sottolineato come il Commissario straordinario alla Psa debba "essere messo in condizioni di operare con la massima tempestività ed efficacia; diversamente, le conseguenze saranno disastrose: dall'inizio del 2022 il settore sta subendo un danno da mancate esportazioni di almeno 20 milioni di euro al mese e le trattative per la riapertura dei mercati dei Paesi terzi sulla base del principio della regionalizzazione sono particolarmente difficili".
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