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Coldiretti, solo 25 analisi su 7,6 mld kg grano estero

Rivedere limiti massimi di presenza glifosate in cibo importato

Redazione ANSA ROMA

- ROMA - "Con 7,65 miliardi di chili di cereali importati dall'estero nel 2016, scoprire che sono stati esaminati solo 25 campioni e che nessuna analisi è stata eseguita per il glifosate, dovrebbe essere motivo di preoccupazione per un Paese che è leader nella qualità e nella sicurezza alimentare". E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento al piano di controllo sule micotossine del Ministero della Salute.

"Una imprenditoria sana e responsabile anziché esultare, come hanno fatto gli industriali della pasta di Aidepi - osserva Coldiretti -, si porrebbe l'obiettivo di aumentare i controlli a tutela dei qualità dei propri prodotti e a garanzia dei consumatori, soprattutto con riguardo al miliardo di chili di grano duro proveniente dal Canada sul quale è stato usato in preraccolta il discusso erbicida glifosate vietato in Italia perché ritenuto a rischio, che, lo ribadiamo non è stato oggetto di analisi del rapporto". "Non si capisce perché, a fronte del divieto di utilizzo del glifosate in preraccolta per le imprese agricole italiane - prosegue l'organizzazione agricola - non solo non sia vietata l'importazione del frumento trattato in questo modo, ma non ci sia neppure la ricerca sistematica dei residui di glifosate sul 100% di prodotto importato. Usare il solo parametro delle micotossine per disinnescare l'allarme tossicologico sul glifosato è un errore di prospettiva nel momento in cui tutto il dibattito a livello europeo e internazionale è spostato sull'autorizzazione del rinnovo di questa sostanza". "Per questo ci auguriamo - conclude Coldiretti - che gli industriali della pasta si uniscano a noi nel chiedere che i limiti massimi di residui dello stresso glifosate debbano essere precauzionalmente rivisti in ragione dell'incertezza scientifica sui rischi per la salute oggetto dell'attuale dibattito tra le agenzie europee. Si preferisce invece speculare per sottopagare gli agricoltori italiani proprio in una annata che ha visto un crollo di almeno il 10% del raccolto di grano duro a seguito delle quotazioni insostenibili e all'andamento climatico".

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