Prezzi invariati a settembre per i prodotti alimentari mondiali, dove le flessioni di oli vegetali, prodotti lattiero-caseari e carni sono state controbilanciate da un marcato aumento di mais e zucchero. A darne notizia è la Fao evidenziando un indice inferiore del 10,7% rispetto allo scorso anno e del 24% sul massimo storico raggiunto nel marzo 2022. Per i cereali le quotazioni sono cresciute dell'1% dal mese precedente, trainate da una fiammata del 7% del mais. I prezzi internazionali del grano, al contrario, calano dell'1,6%, come anche di tutte le varietà di riso per lo 0,5%; giù rispetto ad agosto, anche gli oli vegetali del 3,9%. Registra, invece, un'impennata lo zucchero (+9,8%), che raggiunge il livello più alto dal novembre 2010, associata al persistere del fenomeno El Niño per le produzioni in Thailandia e India, In frenata, per il nono mese consecutivo, anche l'Indice dei prodotti lattiero-casear del 2,3%, dove pesa la relativa debolezza dell'euro rispetto al dollaro statunitense. La carne arretra dell'1% spinte al ribasso dalla suina, ovina e di pollame. In controtendenza, invece, la carne bovina, il cui ritrovato slancio è frutto di una crescita sostenuta della domanda di importazione di carne magra, soprattutto negli Stati Uniti d'America. La Fao ha rivisto in termini ottimistici la stima relativa alla produzione cerealicola mondiale nel 2023, prevedendo un volume di 2 819 milioni di tonnellate, in crescita dello 0,9% rispetto all'anno precedente. Al termine del 2024, le scorte mondiali di cereali dovrebbero raggiungere gli 884 milioni di tonnellate, superando i livelli iniziali del 3%, facendo, così, segnare un valore record. Quanto al commercio mondiale di tutti i cereali nel periodo 2023-2024, l'ultima stima conferma il volume di 466 milioni di tonnellate, senza variazioni rispetto al mese precedente, ma con una contrazione annua dell'1,7%, rispetto al livello del 2022-2023.
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