Sono 70 mila i matrimoni saltati a
causa del Coronavirus, un rinvio tra marzo e giugno tradotto in
una perdita di 200 milioni di euro per il settore
florovivaistico. E' lo scenario stimato da Cia-Agricoltori
Italiani sulla base di dati Istat, che evidenzia il disastro
economico per tutte le imprese legate al business dei matrimoni,
in primis proprio il settore del fiore reciso italiano, secondo
in Europa solo dopo l'Olanda. Una cifra che si deve raddoppiare,
spiega Cia, con lo stop di tutte le altre cerimonie civili e
religiose (battesimi, comunioni, cresime e funerali) e la
soppressione di feste di laurea, convegni, eventi pubblici e
assemblee, che ha dato il colpo di grazia al comparto, con
imprenditori costretti a mandare al macero milioni di steli
ormai sfioriti (più di 400 le varietà in commercio). Nel solo
settore dei matrimoni, secondo Cia, la spesa media per gli
addobbi floreali è di 3 mila euro e comprende una lista che va
dai classici bouquet per sposa e damigelle, alle composizioni
per la chiesa o il Comune, fino a tutte le decorazioni per il
ricevimento e la macchina degli sposi.
Quanto alle misure previste dal Governo, c'è preoccupazione
per l'emendamento del bonus matrimonio nel Dl Rilancio, che
introdurrebbe una detrazione per le spese che si sosterranno dal
1° gennaio 2021; questo convincendo a rimandare la cerimonia
all'anno prossimo le restanti 120 mila coppie ancora indecise
sulla possibilità di sposarsi nel secondo semestre 2020. Il
rinvio infrangerebbe le aspettative dei professionisti del
settore, che speravano in una ripresa a partire dall'estate e
che dovranno, invece, cancellare un'annata intera, rimanendo
senza risorse e con tanti conti da saldare, a partire da quelli
di smaltimento dei fiori invenduti, che si aggiungono al danno
del mancato profitto.
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