Nessun rischio per la supply chain globale dei microchip: Taiwan Semiconductor Manufacturing Co (Tsmc) ha riferito che oltre il 70% delle sue apparecchiature per produrre i microprocessori è tornata operativa già ieri sera dopo la sospensione precauzionale decisa a seguito del violento sisma di magnitudo 7.4 che ha colpito Taiwan mercoledì mattina.
L'azienda, il più grande produttore di chip a contratto al mondo, ha spiegato che nessuna delle apparecchiature chiave è stata danneggiata alla luce dei controlli sulla sicurezza effettuati.
"Se l'interruzione della produzione alla Tsmc avrà un impatto e in quale misura bisognerà vederlo nelle prossime settimane, quando verranno confermati o posticipati degli ordini. La società ha in mano il 70% della produzione mondiale", spiega all'ANSA Paolo Trucco, docente di Industrial Risk Management alla School of Management del Politecnico di Milano. "I processi produttivi dei chip sono molto delicati, richiedono una 'clean room' - sottolinea l'esperto - un ambiente molto più sterile di una sala operatoria, è il contesto più tecnologicamente avanzato che esista dove si certificano contatti e saldature della dimensione di un centesimo di capello umano. Diffile che da un evento sismico non abbiamo ricevuto qualche impatto".
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