Il mercato italiano dei droni marini e subacquei raggiungerà i 189 milioni di euro nel 2030, triplicando il suo valore rispetto ai 63,4 milioni del 2022. Una tendenza che corrisponde alla forte crescita del mercato mondiale, che passerà da 5,9 a 18,9 miliardi di euro nello stesso periodo. Sono i dati che emergono dalla prima ricerca sul mercato dei droni marini a livello internazionale, realizzata dalla società PwC Strategy&Italy, che verrà presentata all’evento online dedicato alla robotica marina Sea Drone Tech Summit, in programma per il 17 ottobre.
La ricerca indica anche le cinque maggiori applicazioni attuali dei droni marini nel mondo: la principale riguarda la ricerca scientifica, con il 30% delle applicazioni, seguita dall’ingegneria acquatica (24%) e dalle esigenze militari e di sicurezza (19%). Al quarto e quinto posto troviamo, invece, le missioni di ricerca e soccorso in mare, con il 15%, e le attività commerciali e ricreative (12%).
Attualmente, il settore italiano della robotica marina vede più di 40 progetti e iniziative industriali e scientifiche, con investimenti in ricerca e sviluppo stimati in oltre 20 milioni di euro. In questo comparto sono attive, oltre a diverse grandi aziende, anche numerose start-up, così come molti laboratori di Consiglio Nazionale delle Ricerche, Enea, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale e tanti atenei in tutta Italia.
“La filiera italiana della robotica marina è molto articolata e innovativa, sia in ambito scientifico che industriale, e sta lavorando ad un gran numero di iniziative e progetti per applicazioni civili e militari”, spiega Luciano Castro, ideatore e presidente della manifestazione. “In questo evento online avremo modo di fotografare per la prima volta il mercato italiano dei droni acquatici – aggiunge Castro – oltre a presentare le ultime novità nell’ambito della ricerca, della tecnologia e delle applicazioni”.
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