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'Braghe' a censura dei nudi nei libri di medicina del '500

'Braghe' a censura dei nudi nei libri di medicina del '500

La scoperta sui testi di Vesalio, padre dell'anatomia moderna

16 agosto 2018, 17:31

Redazione ANSA

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Annotazioni a margine di un 'illustrazione nel libro 'De humani corporis fabrica ' (fonte: Biblioteca Civica Romolo Spezioli, Fermo. Call no.: 1e7n.1582) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Annotazioni a margine di un 'illustrazione nel libro  'De humani corporis fabrica ' (fonte: Biblioteca Civica Romolo Spezioli, Fermo. Call no.: 1e7n.1582) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Annotazioni a margine di un 'illustrazione nel libro 'De humani corporis fabrica ' (fonte: Biblioteca Civica Romolo Spezioli, Fermo. Call no.: 1e7n.1582) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Braghe disegnate per censurare i corpi nudi, proprio come nel Giudizio Universale di Michelangelo, sono state ritrovate su alcune delle più antiche copie del libro "De humani corporis fabrica", scritto nel Cinquecento dal padre dell'anatomia moderna, il medico fiammingo Andrea Vesalio. Alcune figure considerate oscene sono state perfino ritagliate, ma sempre in modo sporadico, ad opera di singoli proprietari dei volumi: la maggior parte delle copie ancora esistenti risulta fortunatamente intatta, 'vittima' soltanto degli scarabocchi dei medici che nel Rinascimento si trovarono a studiare per primi queste illustrazioni anatomiche con dettagli estremamente complessi. 
I loro commenti a margine, spesso perplessi, sono stati raccolti ed analizzati da tre esperti: Daniel Margocsy dell'Università di Cambridge, Mark Somos del Max Planck Institute e Stephen N. Joffe dell'Università di Cincinnati.

"Le oltre 200 xilografie con modelli anatomici nell'opera di Vesalio hanno rivoluzionato il modo di rappresentare il corpo umano, scorticato e sezionato per rivelare muscoli, nervi, organi e ossa", spiegano i tre ricercatori sul sito di Nature. "Ancora oggi, 475 anni dopo la sua prima pubblicazione, rimaniamo stupefatti davanti a queste immagini di scheletri e uomini muscolosi e spellati in pose sinuose". Attualmente sono oltre 700 le copie sopravvissute delle edizioni del 1543 e del 1555, supervisionate dallo stesso Vesalio. Di questi volumi, circa due terzi riportano commenti ai margini, scarabocchi, parti evidenziate a colori ed alcune addirittura ritagliate. "Questi a margine ci raccontano due storie", precisano gli esperti. "La prima è che alcuni lettori trovavano le immagini incomprensibili e cercavano in qualche modo di chiarirle. La seconda è che i più bigotti consideravano le nudità scandalose".

 

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