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Acquari per difendere il Mediterraneo dalla plastica

Acquari per difendere il Mediterraneo dalla plastica

Inquinato da 115.000 particelle per chilometro quadrato

08 giugno 2018, 18:04

Monica Nardone

ANSACheck

La plastica sta minacciando la salute dei mari (fonte: Ben Mierement, NOAA NOS) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La plastica sta minacciando la salute dei mari (fonte: Ben Mierement, NOAA NOS) - RIPRODUZIONE RISERVATA
La plastica sta minacciando la salute dei mari (fonte: Ben Mierement, NOAA NOS) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Enormi acquari in mare sorveglieranno il Mediterraneo invaso dalla plastica, con 115.000 particelle per chilometro quadrato, e ne valuteranno l'impatto sulla vita marina. L'esperimento è stato messo a punto dalla Stazione Zoologica 'Anton Dohrn' di Napoli. Il presidente, Roberto Danovaro, lo ha annunciato in occasione del convegno organizzato dall'ente di ricerca per la Giornata mondiale degli Oceani, l'8 giugno. "Questa giornata - ha rilevato - vuole ricordare l'importanza di comprendere e valorizzare la risorsa mare, che fornisce beni e servizi gratis all'uomo, come metà dell'ossigeno che respiriamo, ma che rischia di essere messa in crisi per l'uso maldestro".

Uno dei problemi maggiori del mare, compreso il Mediterraneo, è l'inquinamento da plastica: "Secondo gli ultimi dati del progetto Tara, a cui abbiamo partecipato - ha detto Danovaro - nel Mediterraneo vi sono 115 mila particelle di plastica per chilometro quadrato", che si accumulano perché è un bacino semichiuso e anche molto trafficato.

"La sua superficie - ha aggiunto - rappresenta l'1% degli oceani globali, ma il traffico marittimo supera in alcuni casi il 30% di quello globale". Inoltre le plastiche sono anche in via di progressiva frammentazione. "Man mano che andiamo a studiare le componenti microscopiche ne troviamo sempre di più, quindi è difficile dare un numero assoluto", ha spiegato Danovaro. Per 'bonificare' mari e oceani da queste particelle un aiuto potrebbe arrivare dagli stessi microrganismi marini. "Si sta lavorando - ha continuato - alla selezione di batteri in grado di decomporre la plastica e trasformarla in elementi inerti, ma la ricerca è a livelli ancora sperimentali e l'applicazione richiederà del tempo".

Intanto la Stazione Zoologica, ha concluso il presidente, si sta occupando di una serie di sperimentazioni per valutare l'effetto delle microplastiche, per la prima volta in campo. A questo scopo, conclude Danovaro, "si lasceranno in mare enormi acquari per vedere l'impatto delle microplastiche sulle componenti del plancton poiché il rischio è che i frammenti vengano ingeriti e accumulati dagli organismi, dai più piccoli ai più grandi e alla fine possano essere trasferiti all'uomo, con danni che ancora non sappiamo ben quantificare".  

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