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Terremoti, i tanti calcoli per definire la magnitudo

Da quelli automatici ai modelli dei sismologi

Redazione ANSA

E' stata di 8,0 prima misura della magnitudo del terremoto avvenuto lungo le coste del Messico, secondo i calcoli eseguiti in automatico e diffusa dal Servizio geologico degli Stati Uniti; a distanza di circa un'ora la misura veniva aggiornata a 8,1 dallo stesso Usgs; ancora un'ora e il Servizio sismologico del Messico rivedeva la stima a 8,4, in seguito ridimensionata a 8,2 dalle autorità messicane.

Quello che a prima vista può suggerire l'impressione di un susseguirsi di errori e correzioni in realtà è il risultato di "un'incertezza delle stime inevitabile: ogni misura è affetta da un margine di incertezza, anche la più stupida", osserva il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

Alla fine la magnitudo del terremoto avvenuto oggi è stimata fra 8,0 e 8,2: "sono valori fra i quali non ci sono differenza importanti e la cui incertezza potrebbe essere ridotta solo avendo a disposizione migliaia di sismografi in più, ma questo - rileva Amato - oggi non è pensabile". E' chiaro, aggiunge, che più i terremoti sono grandi, più sono gli strumenti che li rilevano e più sono le stime: questo rende "impossibile averne tante uguali", soprattutto considerando che vengono fatte con metodi diversi a seconda degli strumenti disponibili e dei modelli adottati. L'incertezza, a questo punto, diventa un valore aggiunto: "un elemento importante che indica il livello di conoscenza relativo a un fenomeno osservabile".

L'incertezza è immediatamente legata anche alla difficoltà del fenomeno da osservare: "misurare l'energia emessa da un terremoto è possibile solo in modo indiretto, innanzitutto - spiega Amato - guardando i dati dei sismometri e, quando diventano disponibili, analizzando le immagini riprese dai satelliti dalle quali si deducono le stime della deformazione del suolo". Quando avviene un terremoto i primi dati disponibili sono quelli dei sismometri, "ma questi non sono numeri assoluti: sono dati filtrati che descrivono come si muove il terreno, ma non è detto che questo movimento sia proporzionale all'energia emessa dalla faglia".

La magnitudo che subito si calcola in automatico è una media che individua il valore più probabile e poi variazioni che possono arrivare a valori di più o meno 0,5. Per questo, conclude, sarebbe un errore "credere che esista un numero 'vero' e unico della magnitudo: non è così". Di fatto ci sono dei valori medi, frutto di un grandissimo numero di misure e di modelli differenti.

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