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Culle di stelle stampate in 3D, stanno nel palmo di una mano

Modelli utili a capire la loro struttura complessa

Redazione ANSA

Ottenute le prime culle di stelle stampate in 3D: hanno l'aspetto di piccole sfere lucide delle dimensioni di una palla da baseball, al cui interno è possibile osservare un intrico di filamenti. Stanno nel palmo di una mano e sono un modello utile per studiare l'architettura complessa delle nubi di polveri e gas da cui hanno origine le stelle. Il risultato, pubblicato sulla rivista Astrophysical Journal Letters, è stato ottenuto dal gruppo dell'universita' della California a Santa Cruz guidato da Nia Imara.


Le culle si stelle in miniatura sono state sviluppate utilizzando i dati delle osservazioni delle nubi di gas e polveri e adottando un sofisticato processo di stampa in 3D con una resina trasparente. "Volevamo un oggetto interattivo che ci aiutasse a visualizzare le culle di stelle, per capire meglio i processi fisici che ne sono alla base", osserva Imara, che oltre a essere un'astrofisica è un'artista. "Esteticamente sono veramente incredibili da guardare - aggiunge - e poi aiutano a notare strutture complesse difficili da vedere con le normali tecniche di visualizzazione". Se questa architettura complessa venisse riprodotta in altri modi, per esempio in strutture simili a un foglio, risulterebbe difficile studiarla, mentre nelle sfere le struture sono ben chiare e diventa possibile osservare che sono anche vicine e collegate tra loro.

Sono nove le simulazioni finora ottenute dai ricercatori per ottenere i modelli, finalizzati a studiare gli effetti di tre processi fisici fondamentali che regolano l'evoluzione delle nubi molecolari: turbolenza, gravita' e campi magnetici. Modificando le variabili, come la forza dei campi magnetici o la velocita' di movimento dei gas, la simulazione mostra quanto i diversi ambienti influiscano sull'aspetto delle strutture collegate alla formazione di stelle.
Nei futuri modelli i ricercatori pensano di inserire altre informazioni usando colori diversi, e vorrebbero anche usare la stampa 3D per rappresentare i dati ricavati dalle osservazioni delle nubi molecolari, come quelle della costellazione di Orione.

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