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Parmitano, la nuova sfida è adattare il corpo umano allo spazio

Parmitano, la nuova sfida è adattare il corpo umano allo spazio

Di nuovo in orbitanel 2019, sarò cavia per i test di fisologia

13 settembre 2017, 16:22

Redazione ANSA

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L`astronauta Parmitano al Forum Ansa - RIPRODUZIONE RISERVATA

L`astronauta Parmitano al Forum Ansa - RIPRODUZIONE RISERVATA
L`astronauta Parmitano al Forum Ansa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Superare i limiti della fisiologia umana per poter affrontare la vita nello spazio e i futuri viaggi interplanetari senza che l'esposizione ai raggi cosmici sia più una minaccia, o riducendo l'indebolimento di ossa e muscoli dovuto all'assenza di gravità: per l'astronauta Luca Parmitano è questa la nuova sfida dell'esplorazione spaziale, che è già pronto a raccogliere in vista della sua seconda missione, in programma nel 2019. Lo ha detto lo stesso astronauta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), nel forum organizzato dall'ANSA.

"Mi offrirò volontario per tutte le sperimentazioni di fisiologia", ha proseguito l'astronauta, che ha già cominciato l'addestramento fra il centro russo di Città delle Stelle, vicino Mosca, e quello americano di Houston. "Noi astronauti siamo anche le cavie dei nostri esperimenti", ma studiare gli effetti della vita nello spazio sulla fisiologia umana è importante: "è un limite che dobbiamo imparare a conoscere". Solo questi esperimenti, ha aggiunto, permetteranno di "allargare gli orizzonti e di preparare la strada che le prossime generazioni potranno percorrere", ha detto l'astronauta e pilota sperimentale dell'Aeronautica Militare. La sfida della fisiologia umana, secondo Parmitano, è tra le più difficili da affrontare, forse ancora più di quella tecnologia che punta a nuovi messi di propulsione spaziale per raggiungere Marte.

Luca Parmitano tornerà a volare in un momento di profondi cambiamenti per lo spazio, nei quali i privati saranno fra i protagonisti, "ma non cambierei il lavoro a bordo della Stazione Spaziale con nulla al mondo", ha detto. Forte della prima missione, ha aggiunto, "adesso si di poter dare un contributo più mirato a bordo e di poter aiutare i colleghi che si trovano ad affrontare la loro prima missione, così come altri hanno fatto con me. Sono molto contento".

Ugualmente contento anche di addestrarsi sulla nuova Soyuz sulla quale volerà e che sta imparando a conoscere: "non c'è niente di meglio per un pilota sperimentale". Desideri e aspettative? "Non mi dispiacerebbe poter utilizzare l'esperienza pregressa nella robotica e nelle attività extra-veicolari".

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