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Risolto il mistero del dinosauro dal becco d'anatra

Risolto il mistero del dinosauro dal becco d'anatra

Sopravvissuto al crollo di un albero, trovati i segni del trauma

15 dicembre 2020, 11:16

Redazione ANSA

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Lo scheletro del Parasaurolophus walkeri, denominato ROM 768 (fonte: F. Bertozzo) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Lo scheletro del Parasaurolophus walkeri, denominato ROM 768 (fonte: F. Bertozzo) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Lo scheletro del Parasaurolophus walkeri, denominato ROM 768 (fonte: F. Bertozzo) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Potrebbe essere stato colpito da un albero, caduto durante una tempesta di 75 milioni di anni fa, il più celebre esemplare di dinosauro dal becco d'anatra scoperto in Canada nel 1920: a svelare il mistero del suo dorso 'a sella', che nei decenni ha portato a ricostruzioni anatomiche fuorvianti, sono i segni del trauma individuati nei suoi resti fossili da un gruppo di esperti di Canada, Italia e Gran Bretagna coordinati da Filippo Bertozzo, ricercatore della Queen's University di Belfast. Lo studio è pubblicato sulla rivista Journal of Anatomy.

Lo scheletro del Parasaurolophus walkeri, denominato ROM 768 e celebre per essere stato il primo ritrovato della sua specie, presenta diverse anomalie compatibili con l'impatto di un grosso corpo contundente a livello del dorso. Il trauma avrebbe provocato la frattura delle costole, il divaricamento delle spine neurali di due vertebre (a formare un avvallamento detto 'sella') e lo schiacciamento della punta delle spine neurali anteriori. Anche le alterazioni riscontrate nella bocca e nel bacino potrebbero aver avuto origine a seguito dell'impatto.

"L'esemplare fossile ha subito più traumi, ma questi non lo hanno portato direttamente alla morte", spiega Bertozzo. "Le ossa mostrano infatti chiari segni di guarigione che di solito fanno la loro comparsa settimane se non mesi dopo tali eventi". Parasaurolophus dimostra così una resilienza paragonabile a quella dei moderni coccodrilli, capaci di sopravvivere ad amputazioni e menomazioni devastanti. "È comunque molto probabile - aggiunge il ricercatore - che i problemi riscontrati nella mascella, nella schiena e nel bacino di questo animale ne abbiano influenzato negativamente la vita".

Lo studio, condotto in collaborazione con il Royal Ontario Museum, il Royal Tyrrell Museum, l'Università di Liverpool e l'Associazione Paleontologica Paleoartistica Italiana, ha permesso inoltre di ricostruire con maggiore precisione il possente legamento nucale dell'animale, che aveva un collo tozzo e robusto per sostenere la possente testa.

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