Pesci, salamandre, ragni, serpenti: i robot possono avere mille forme, anche essere morbidi. La robotica sta scoprendo come 'spogliarsi' dalle sue parti rigide e indossare nuove forme malleabili e capaci di adattarsi. Ne è un esempio Octopus, il robot polpo sviluppato da Cecilia Laschi, della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Ecco la seconda puntata di Dreambot, il podcast dedicato al mondo della robotica
“I robot soffici possono fare cose che i robot tradizionali non riescono a fare, in particolare il potersi deformare. Una caratteristica che si osserva nei viventi e che può offrire grandi vantaggi”, spiega Laschi nel podcast. Inserita da RoboHub, uno dei siti di riferimento per la robotica mondiale, nell’elenco delle '25 donne geniali del 2015', Cecilia Laschi è Professore Ordinario di Bioingegneria Industriale all’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ed è una dei pionieri a livello mondiale della robotica soft. Come spiega nel podcast le sue ricerche non sono nate dalla necessità di avere robot 'differenti' ma per rispondere un diverso tipo di interrogativo: perché in natura alcuni esseri viventi non sono rigidi? Ha un vantaggio essere morbidi piuttosto che rigidi?
Da qui prende il via questa nuova puntata di Dreambot dedicata al mondo della robotica soft, un campo interdisciplinare che sfrutta materiali deformabili in grado di interagire con gli esseri umani e l’ambiente circostante. La Soft Robotics non è solo una nuova frontiera dello sviluppo tecnologico, ma un nuovo modo di avvicinarsi alla robotica scardinando le convenzioni e sfruttando un potenziale tutto nuovo per la produzione di una nuova generazione di robot capaci di sostenere l’uomo in ambienti naturali.
Cecilia Laschi - Robot Morbidi / Dreambot
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