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Covid: Nobel Parisi, i casi stanno raddoppiando in una settimana

Covid: Nobel Parisi, i casi stanno raddoppiando in una settimana

Possibili 100.000 prima di Capodanno. Vaccini fondamentali

30 dicembre 2021, 08:54

Enrica Battifoglia

ANSACheck

Nobel Parisi, la variante Omicron fa raddoppiare i casi di Covid-19 in una settimana (fonte: Mohamed Hassan da Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nobel Parisi, la variante Omicron fa raddoppiare i casi di Covid-19 in una settimana (fonte: Mohamed Hassan da Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Nobel Parisi, la variante Omicron fa raddoppiare i casi di Covid-19 in una settimana (fonte: Mohamed Hassan da Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'epidemia di Covid-19 ha accelerato ancora: il suo tempo di raddoppio adesso è sceso a una settimana, tanto che entro il 31 dicembre i casi potrebbero già toccare il record di 100.000, per continuare a salire in gennaio: è questo lo scenario che emerge dai calcoli del Nobel Giorgio Parisi, vicepresidente dell'Accademia dei Lincei e fisico dell'Università Sapienza di Roma.

"E' chiarissimo che i casi totali stiano raddoppiando in una settimana", ha detto all'ANSA Parisi, che sta studiando i dati della pandemia di Covid fin dagli inizi. Tutti i fattori che entrano in gioco nella comparsa e nello sviluppo di una pandemia sono infatti un perfetto esempio della complessità alla quale Parisi ha dedicato gli studi che l'hanno portato al Nobel.

Riferendosi ai 78.313 casi rilevati il 28 dicembre, dopo le feste di Natale, Parisi osserva che sono dati "difficili da interpretare, considerando eventuali ritardi di alcune amministrazioni, che potrebbero non avere segnalato i casi nei giorni festivi. "E' chiarissimo che i casi di Omicron stanno raddoppiando ogni settimana", come indica la progressione dei dati osservata negli ultimi giorni. "Il punto è che con le feste si capisce relativamente poco e molti dati sono fermi a prima di Natale".

Per Parisi è anche "chiaro che i vaccini danno una solida protezione dall'infezione con tre dosi" e che sono "fondamentali: se diventassero uno scudo meno efficace, la malattia dilagherebbe". Al momento, prosegue, "sembrerebbe che la Omicron, nel caso in cui buchi il vaccino, non dia una malattia particolarmente grave, come è vero anche per la Delta. Il vaccino protegge bene dalla malattia grave, mentre la protezione dall'infezione è più bassa".

Quello che, secondo il Nobel, è "molto meno chiaro è quanto sia grande l'infezione per i non vaccinati"; resta da capire, in particolare, se la riduzione della severità malattia è per tutti o se riguarda solo i vaccinati: "probabilmente la verità è nel mezzo, ma è difficile dirlo in modo quantitativo". Non c'è comunque dubbio, prosegue Parisi, che "la vaccinazione diventa sempre più importante e che le tre dosi possono rallentare la Omicron".

Tuttavia il modo in cui la situazione potrà evolversi è "difficile da capire": mancano idee precise sull'infettività, i numeri dell'Africa sembrerebbero indicare il raggiungimento di un picco, seguito da un calo, ma anche in questo caso i dati potrebbero risentire del rallentamento dei test nel periodo natalizio; lo stesso vale per il rallentamento che sembrerebbe esserci in Gran Bretagna.

Sarebbe anche interessante capire se l'infezione da Omicron produce immunità verso quella da Delta: "lo scenario peggiore sarebbe averle tutte e due in circolazione".

In generale, in questo momento "fare previsioni è molto difficile: in pochi giorni non potremo aumentare di molto il numero dei vaccinati ed è possibile che le scuole chiuse aiutino, ma non è affatto chiaro quello che accadrà, anche se è ragionevole pensare che i casi continueranno ad aumentare a ritmo veloce". Considerando il tempo di raddoppio di una settimana, è possibile attendersi "un picco entro metà gennaio, ma quanto alto difficile dirlo" in quanto l'alto numero di casi potrebbe portare a esaurire il numero di persone suscettibili.

Di sicuro "bisogna evitare un aumento spaventoso casi per non aumentare il carico sui medici di famiglia" e "la speranza è che i casi gravi siano relativamente pochi, in modo che il servizio sanitario possa reggere l'impatto. Fra una settimana - conclude - il quadro potrà essere più chiaro". .

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