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Dalle stelle il primo indizio di una 'nuova fisica'

Dalle stelle il primo indizio di una 'nuova fisica'

Lo segnalano i dati di due strumenti diversi

19 novembre 2017, 17:15

Redazione ANSA

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Le pulsar, ossia le stelle di neutroni come quella nell 'immagine, si ritenevano essere la fonte delle particelle di antimateria opposte agli elettroni (fonte: NASA/CXC/SAO; NASA/JPL-Caltech) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le pulsar, ossia le stelle di neutroni come quella nell 'immagine, si ritenevano essere la fonte delle particelle di antimateria opposte agli elettroni (fonte: NASA/CXC/SAO; NASA/JPL-Caltech) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le pulsar, ossia le stelle di neutroni come quella nell 'immagine, si ritenevano essere la fonte delle particelle di antimateria opposte agli elettroni (fonte: NASA/CXC/SAO; NASA/JPL-Caltech) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Arriva dalle stelle quello che potrebbe essere il primo indizio in assoluto di una nuova fisica, ossia dell'esistenza di particelle finora sconosciute e non previste dalle attuali leggi. Al momento non c'e' una spiegazione diversa per l'abbondanza di particelle di antimateria misurata dallo strumento Ams (Alpha Magnetic Spectrometer) del Cern di Ginevra, che dal maggio 2011 e' agganciato all'esterno della Stazione Spaziale a caccia di antimateria e materia oscura. Un telescopio da Terra ha dimostrato infatti che la 'fabbrica' di queste particelle debba essere necessariamente diversa da quella che si riteneva, ma del tutto sconosciuta.

I dati pubblicati sulla rivista Science indicano infatti che le stelle molto dense che ruotano velocemente su se stesse, le pulsar, non sono sufficienti a produrre una quantita'à di antiparticelle cosi' abbondante. Lo indicano i risultati della ricerca internazionale basata sui dati dell'osservatorio Hawc (High-Altitude Water Cherenkov), che osserva l'universo attraverso i raggi gamma. Due 'occhi' diversi, quindi, hanno segnalato l'identico problema, ossia l'impossibilità di spiegare il fatto che sia stata rilevata una quantita'à maggiore del previsto di positroni, ossia delle particelle di antimateria che sono l'opposto degli elettroni.

"Abbiamo che fare con fisica multimessaggero", ossia che raccoglie segnali da fonti molto diverse per costruire un unico quadro dell'universo, ha rilevato Roberto Battiston, presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e con il Nobel Samuel Ting responsabile internazionale dello strumento Ams. Quello descritto su Science, ha detto ancora Battiston, e' un effetto tanto grande quanto inaspettato, le cui cause non riescono a essere spiegate con gli strumenti dell'astrofisica convenzionale.

Si tratta, ha aggiunto, della "prima misura diretta dei positroni che raggiungono la Terra" e dimostra che il flusso di queste particelle che puo' essere prodotto dalle pulsar e' molto piu' basso di quello osservato da Ams". Una possibile ipotesi e' che la fonte di questa abbondanza di antiparticelle possa essere la materia oscura, ossia la materia sconosciuta e invisibile che occupa circa il 25% dell'universo. "Potrebbe anche essere qualcos'altro. Ci possono essere varie cause" e si rilancia l'ipotesi, ha concluso Battiston, "che i dati presentati su Science possano essere l'indizio di una nuova fisica"

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