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Un'arma 'a colpo sicuro' per riparare il Dna

Un'arma 'a colpo sicuro' per riparare il Dna

Realizzata in Italia, per correggere i difetti legati alla malattie

30 gennaio 2018, 16:00

Redazione ANSA

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Messa a punto in Italia un 'arma più precisa per correggere i difetti del Dna (fonte: Adapted from H. Nishimasu et al., Cell, 156, 5 (2014); Wikimedia/Creative Commons) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Messa a punto in Italia un 'arma più precisa per correggere i difetti del Dna (fonte: Adapted from H. Nishimasu et al., Cell, 156, 5 (2014); Wikimedia/Creative Commons) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Messa a punto in Italia un 'arma più precisa per correggere i difetti del Dna (fonte: Adapted from H. Nishimasu et al., Cell, 156, 5 (2014); Wikimedia/Creative Commons) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Svolta per la ricerca sul taglia-incolla del Dna. Una ricerca italiana, pubblicata sulla rivista Nature Biotechnology e condotta nel Cibio (Centre for Integrative Biology) dell'università di Trento ha trovato il modo di renderlo un'arma di precisione pressoché assoluta, che spara un solo proiettile e uccide il Dna malato.

"Abbiamo sviluppato una variante della molecola Crispr/Cas9 più sicura e affidabile di qualunque altra finora descritta, che effettua il taglio di Dna soltanto nel punto voluto", sottolinea Anna Cereseto, del Cemtro per la biologia intregrativa del Cibio e prima autrice dell'articolo.

Secondo i ricercatori ciò renderà l'editing del genoma utilizzabile per la correzione delle alterazioni presenti, ad esempio in malattie genetiche e tumori. "Abbiamo messo a punto un metodo sperimentale attraverso cui otteniamo una molecola, evoCas9, davvero precisa nel cambiare il Dna". Si tratta di "un enzima di affidabilità assoluta, che effettua il cambiamento soltanto nel punto stabilito", commenta Anna Cereseto, del Cibio.

Gli ambiti di applicazione del "correttore perfetto" evoCas9 non si limitano alle malattie genetiche e ai tumori, ma si estendono agli altri settori non medici in cui l'editing del Dna è ormai essenziale: il miglioramento delle piante di interesse alimentare e degli animali da allevamento.

Depositato il brevetto
Lo studio ha generato anche un brevetto, già depositato. L'obiettivo del Cibio è ora valorizzarlo e generare ricadute sul territorio trentino. "L'interesse per questa tecnologia - dice il direttore del Cibio, Alessandro Quattrone - è globale, non è quindi facile trattenerla; stiamo lavorando in molti per partire da casi come questo e fondare il biotech trentino attraendo capitali. È ciò che la nostra Provincia si meriterebbe per aver sempre fortemente creduto nel programma dell'Università che ha generato il Cibio". La ricerca è stata svolta integralmente al Cibio di Trento e ha coinvolto tre unità di ricerca: il Laboratorio di virologia molecolare, con Antonio Casini (primo firmatario dell'articolo), Michele Olivieri, Gianluca Petris, Claudia Montagna, Giordano Reginato, Giulia Maule e Anna Cereseto (senior author e responsabile); il Laboratorio di oncologia computazionale, con Francesca Lorenzin, Davide Prandi, Alessandro Romanel e Francesca Demichelis (responsabile); il Laboratorio delle reti di trascrizione, con Alberto Inga (responsabile).

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