Sono state rilevate anche in Antartide le onde sismiche generate dal terremoto che lo scorso 6 febbraio ha colpito Siria e Turchia: lo dimostrano i tracciati dei sismografi della stazione di Baia Terra Nova presso la base italiana Mario Zucchelli (situata a 15.000 chilometri dall'epicentro), pubblicati sul sito dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).
"Le onde sismiche generate da un terremoto forte quale quello verificatosi il 6 febbraio scorso in Turchia possono essere registrate in tutto il pianeta", osservano gli esperti dell'Ingv. "Onde P (Prime) e onde S (Seconde) viaggiano all’interno della Terra e ci permettono di 'radiografarne' le profondità, rimbalzando fra le diverse discontinuità sotto la superficie. Dall’interpretazione dei sismogrammi registrati scaturisce la maggior parte delle conoscenza sull’interno della Terra".
Oltre alle onde di volume (P e S) che passano attraverso la Terra, un altro tipo di onde vengono irradiate dalla sorgente sismica: le onde di superficie (Love e Rayleigh, dal nome degli scienziati che le hanno studiate per primi). "Queste onde sono confinate a viaggiare solo sulla superficie terrestre, sparendo rapidamente all’interno della Terra, via via che si scende in profondità, in modo simile al moto ondoso del mare", aggiungono gli studiosi. "Le onde di superficie si propagano più lentamente di quelle di volume, ma si attenuano anche più lentamente, per cui a una certa distanza dall’epicentro le onde di superficie sono quelle con ampiezza maggiore e possono compiere più volte il giro della Terra".
Uno shakemove (realizzato dall’Università di Princeston) simula la propagazione delle onde sismiche generate dal terremoto in Turchia (attraverso la soluzione delle equazioni che le governano) ed evidenzia questo passaggio anche per le stazioni sismiche poste agli antipodi (i colori corrispondono al movimento verso l’alto – rosso e verso il basso – blu).
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