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Le galassie sono enormemente più grandi del previsto

Le galassie sono enormemente più grandi del previsto

Misurato per la prima volta l’alone di gas che le circonda

09 settembre 2024, 14:55

di Benedetta Bianco

ANSACheck
Visualizzazione dell 'alone di gas che circonda la galassia Iras 08339+6517 (fonte: Cristy Roberts ANU/ASTRO 3D) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Visualizzazione dell 'alone di gas che circonda la galassia Iras 08339+6517 (fonte: Cristy Roberts ANU/ASTRO 3D) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le galassie sono infinitamente più grandi di quanto si pensasse finora: lo dimostrano le nuove misure del vastissimo alone di gas che le circonda e il cui confine è stato individuato per la prima volta con grande dettaglio grazie al potente strumento montato sul telescopio Keck alle Hawaii. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Astronomy e guidato dall’Università Tecnologica australiana di Swinburne, aggiunge un'altra tessera al puzzle che cerca di descrivere come si evolvono le galassie. Inoltre suggerisce che le interazioni tra le galassie vicine sono molto più strette del previsto. Per esempio è molto probabile che la Via Lattea e la vicina Andromeda si stiano già sovrapponendo l’una all’altra.

L’alone di gas che circonda tutte le galassie, chiamato mezzo circumgalattico, rende complicato individuare esattamente i confini di una galassia, ma adesso il nuovo strumento permette per la prima volta di fare un po’ di luce. I ricercatori guidati da Nikole Nielsen hanno infatti analizzato una galassia distante 270 milioni di anni luce e hanno dimostrato che il suo alone di gas si estende per oltre 100mila anni luce, laddove il disco vero e proprio della galassia arriva a soli 7.800 anni luce dal suo centro.

È la prima volta che si riesce a fotografare il confine ultimo di una galassia. “Il mezzo circumgalattico svolge un ruolo enorme nella circolazione del gas”, afferma Nielsen. “Quindi, riuscire a capire quanto è grande e come varia tra galassie di diverso tipo, ad esempio tra quelle ricche di nursery stellari e quelle ormai spente, potrebbe aiutare a comprendere se l'alone ha un ruolo in questi differenti stadi di attività – aggiunge la ricercatrice – e se i suoi cambiamenti guidano anche i cambiamenti nella galassia stessa”. 

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