E' rientrato a Terra il primo dei quattro satelliti di Cluster, la missione europea che per oltre 20 anni ha studiato l’attività del Sole e la sua interazione con il campo magnetico terrestre, migliorando la comprensione delle tempeste geomagnetiche e le previsioni del meteo spaziale. Il satellite dell’Agenza Spaziale Europea, chiamato Salsa, è rientrato la sera dell’8 settembre, alle ore 20,47 italiane, tuffandosi come previsto nell’Oceano Pacifico meridionale.
Questo evento è stato al centro di un esperimento unico nel suo genere: un piccolo aereo lo ha seguito da vicino, per raccogliere dati preziosi con cui rendere i futuri rientri satellitari più sicuri e sostenibili, e lo stesso accadrà anche con gli altri tre, che avverranno tra il 2024 e il 2026. Mentre la maggior parte delle missioni che esplorano la magnetosfera terrestre si concentrano sulla zona dell’equatore, il quartetto di Cluster ha orbitato sopra i Poli, dove l’attività magnetica è molto intensa e dove il vento solare può penetrare più in profondità nella parte superiore dell’atmosfera. In questo modo, Cluster ha rivelato zone del campo magnetico della Terra che non erano mai state esaminate contemporaneamente da più veicoli spaziali, realizzando mappe 3D e individuando i punti deboli.
Con l’entrata in pensione di Cluster, il testimone passerà alla missione Smile di Esa e Accademia Cinese delle Scienze, il cui lancio è previsto per la fine del 2025: Smile consentirà di comprendere ancora meglio la connessione tra Sole e Terra, misurando il vento solare e la sua interazione dinamica con la magnetosfera terrestre. È prevista per il 2031, invece, la missione Vigil dell’Esa, che avrà l’obiettivo di fornire dati continui e quasi in tempo reale sulle attività solari potenzialmente pericolose.
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