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Scoperta la più antica galassia spenta, non genera nuove stelle

Scoperta la più antica galassia spenta, non genera nuove stelle

E' accaduto 13 miliardi di anni fa

05 aprile 2024, 10:58

di Leonardo De Cosmo

ANSACheck

piccola frazione del campo GOODS South, con JADES-GS-z7-01-QU evidenziato.Fonte: JADES Collaboration - RIPRODUZIONE RISERVATA

E’ stata vista la più antica galassia ‘spenta’, ha smesso di produrre nuove stelle da almeno 13 miliardi di anni e la sua scoperta potrebbe cambiare le nostre conoscenze sull’universo primordiale. A osservarne la tenue luce è stato il telescopio spaziale James Webb e i dati, pubblicati sulla rivista Nature, sono stati analizzati dal gruppo di ricerca internazionale guidato da Tobias Looser, dell’Istituto Kavli dell’Università di Cambridge, e del quale fa parte l’italiano Stefano Carniani della Scuola Normale Superiore di Pisa.

“Le prime centinaia di milioni di anni dell’universo furono una fase molto attiva, con molte nubi di gas che collassavano per formare nuove stelle”, ha detto Looser. “Le galassie hanno bisogno di una ricca fornitura di gas per formare nuove stelle, e l’universo primordiale era come un buffet a volontà”. Ma secondo i dati del telescopio Webb, l’antica galassia avrebbe avuto una vita molto intensa e breve, tanto che la formazione di stelle al suo interno si sarebbe fermata molto velocemente.

Le osservazioni indicano infatti la galassia abbia generato stelle per un periodo compreso tra 30 e 90 milioni di anni, ma tra 10 e 20 milioni di anni prima del momento in cui è stata ora osservata, la formazione stellare si sarebbe fermata improvvisamente. A causare la ‘morte’ delle galassie possono essere vari fattori, ma il più probabile è la presenza di un grande buco nero che attira a sé gran parte dei gas interstellari, eliminando la materia prima necessaria a far nascere nuove stelle. Solitamente ciò si verifica in epoche meno lontane, la nuova galassia è invece molto antica, nata appena 700 milioni di anni dopo il Big Bang.

“Non siamo sicuri che qualcuno di questi scenari noti possa spiegare ciò che abbiamo visto con Webb”, ha detto Roberto Maiolino dell'istituto Kavli e coautore dello studio. “Fino ad ora – ha aggiunto – per comprendere l’universo primordiale, abbiamo utilizzato modelli basati sull’universo moderno. Ma ora che possiamo vedere molto più indietro nel tempo e osservare che la formazione stellare si è estinta così rapidamente in questa galassia, potrebbe essere necessario rivedere i modelli”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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