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L'universo in technicolor nelle immagini di Hubble e Webb

L'universo in technicolor nelle immagini di Hubble e Webb

Con galassie sgargianti e oggetti dalla luminosità variabile

11 novembre 2023, 15:10

Elisa Buson

ANSACheck

L’immagine pancromatica dell’ammasso di galassie MACS0416 (fonte: NASA, ESA, CSA, STScI, J. Diego Instituto de Física de Cantabria, J. D’Silva U. Western Australia, A. Koekemoer STScI, J. Summers & R. Windhorst ASU, H. Yan U. Missouri) - RIPRODUZIONE RISERVATA

L’immagine pancromatica dell’ammasso di galassie MACS0416 (fonte: NASA, ESA, CSA, STScI, J. Diego Instituto de Física de Cantabria, J. D’Silva U. Western Australia, A. Koekemoer STScI, J. Summers & R. Windhorst ASU, H. Yan U. Missouri) - RIPRODUZIONE RISERVATA
L’immagine pancromatica dell’ammasso di galassie MACS0416 (fonte: NASA, ESA, CSA, STScI, J. Diego Instituto de Física de Cantabria, J. D’Silva U. Western Australia, A. Koekemoer STScI, J. Summers & R. Windhorst ASU, H. Yan U. Missouri) - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'universo in technicolor, con galassie dai colori vividi e sgargianti, appare nella nuova immagine realizzata combinando le osservazioni dei due telescopi spaziali più famosi, Hubble e James Webb. Con i loro obiettivi puntati su un vasto ammasso di galassie chiamato MACS0416, a 4,3 miliardi di anni luce dalla Terra, hanno permesso non solo di ottenere una delle immagini più ricche di colori mai realizzate, ma perfino di scoprire 14 nuovi oggetti celesti la cui luminosità varia nel tempo.

L'ammasso MACS0416 è composto da due galassie in rotta di collisione che andranno poi a fondersi formando un ammasso ancora più grande. Le immagini mostrano una quantità sorprendente di dettagli, rivelate grazie alla combinazione delle osservazioni nel visibile e negli infrarossi di Hubble (di Nasa e Agenzia Spaziale Europea) e Webb (gestito dalle agenzie spaziali di Stati Uniti, Europa e Canada). Colpisce anche l’abbondanza di galassie al di fuori dell’ammasso e la presenza di alcune fonti che variano nel tempo, probabilmente a causa dell'effetto di lente gravitazionale generato dalla distorsione e dall’amplificazione della luce proveniente da lontane sorgenti sullo sfondo.

Per realizzare l'immagine composita, le lunghezze d'onda più corte sono state codificate con il colore blu, le lunghezze d'onda più lunghe con il rosso e le lunghezze d'onda intermedie con il verde. In questo modo l'ampia gamma di lunghezze d'onda (da 0,4 a 5 micron) produce un paesaggio di galassie particolarmente vivido.

Questi colori forniscono indizi sulle distanze delle galassie: quelle più blu sono relativamente vicine e spesso mostrano un’intensa formazione stellare, come meglio rilevato da Hubble, mentre le galassie più rosse tendono a essere più distanti e vengono rilevate meglio da Webb. Alcune galassie appaiono molto rosse anche perché contengono abbondanti quantità di polvere cosmica che tende ad assorbire i colori più blu della luce stellare.

Grazie a queste osservazioni, è stato possibile identificare anche 14 oggetti che hanno mostrato una luminosità variabile nel tempo: 12 sono probabilmente stelle o sistemi multi-stellari, mentre gli altri due potrebbero essere supernovae. Tra gli oggetti più interessanti spicca un sistema stellare denominato Mothra, insieme a un'altra stella già identificata in precedenza e soprannominata Godzilla.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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