Per la prima volta è stata intravista un’enorme collisione planetaria, avvenuta tra due giganti ghiacciati al di fuori del Sistema Solare: la ‘pistola fumante’, in questo caso, è stato il bagliore residuo e la nuvola di polvere e detriti che, col passare del tempo, ha oscurato la stella simile al Sole attorno alla quale orbitavano i pianeti. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature, è stata resa possibile grazie alle osservazioni di un astronomo amatoriale, che ha notato un raddoppiamento della luminosità nell’infrarosso circa tre anni prima che la luce della stella cominciasse ad indebolirsi: in seguito a questa segnalazione si è formato un gruppo internazionale di ricercatori guidato dall’Università britannica di Bristol e da quella olandese di Leiden, che ha studiato il sistema con diversi telescopi a terra e nello spazio.
“A essere onesti, questa osservazione è stata una completa sorpresa per me”, commenta Matthew Kenworthy dell’Università di Leiden, che ha guidato lo studio insieme a Simon Lock di quella di Bristol. “Un astronomo sui social media ha sottolineato che la stella si era illuminata nell'infrarosso più di mille giorni prima dello sbiadimento avvenuto nella luce visibile. In quel momento – dice Kenworthy – ho capito che si trattava di un evento insolito”.
Gli autori dello studio hanno monitorato attentamente la stella per i due anni seguenti e hanno concluso che la spiegazione più probabile è che due esopianeti giganti ghiacciati si siano scontrati, producendo il bagliore infrarosso rilevato dal telescopio spaziale Neowise della Nasa, che scandaglia il cielo alla ricerca di asteroidi e comete. La nube di detriti risultante dall'impatto si è poi spostata davanti alla stella circa tre anni dopo, provocando il suo oscuramento. Nel corso dei prossimi anni, si prevede che la nube inizierà a orbitare intorno ai resti della collisione e i ricercatori intendono osservare da vicino cosa accadrà.
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