Presto i satelliti in orbita potrebbero arrivare a 100mila: un numero incredibilmente alto che mette a rischio l'osservazione del cielo stellato, lo studio dell'universo e perfino la radioastronomia, che adesso è minacciata dall'arrivo di una nuova possibile costellazione per le telecomunicazioni, il cui prototipo si chiama BlueWalker 3. A lanciare un Sos per salvare il cielo dalle interferenze dei satelliti sono, sul sito della rivista Nature, gli astronomi dell'Unione Astronomica Internazionale, guidati da Sangeetha Nandakumar dell'Università di Atacama in Cile.
"Il problema dei tanti satelliti in orbita non è semplicemente che il loro passaggio rovina le nostre foto, ma costituisce un grave problema per lo studio dell'astronomia", ha detto dal simposio di Astronomia e Costellazioni satellitari a La Palma, l'astronomo dell'Università di Padova Piero Benvenuti.
Negli ultimi anni il cielo si sta popolando di una gran quantità di satelliti di vario tipo, in particolare per le telecomunicazioni come la costellazione Starlink che in appena 4 anni ha messo in orbita più di 3.000 satelliti, molti di più di quelli finora lanciati in oltre 50 anni di storia spaziale. Può capitare di vedere a occhio nudo questi satelliti, ma ciò avviene solo in determinate circostanze, a seconda degli orari e della posizione in cielo, e per pochi minuti durante i quali possono essere molto luminosi, tanto da superare quella di gran parte delle altre stelle. I problema non è nella loro luminosità, ma la loro stessa presenza che lascia le 'righe' dovute al loro passaggio. Sono "rumori che possono rendere inservibili campagne di osservazione importanti per conoscere l'universo. Spesso queste strisciate possono essere rimosse, ma - ha proseguito Benvenuti - nel peggiore dei casi può avvenire che alterino i dati senza che nessuno se ne possa rendere conto, creando gravi problemi alla ricerca".
Ad oggi si contano in orbita qualche migliaio di satelliti ma in pochissimi anni il numero potrebbe esplodere: solo Starlink prevede di arrivare a oltre 10mila satelliti e a questi si devono unire decine di altre costellazioni analoghe come OneWeb o Kuiper. "Si stima potremmo presto averne anche 100mila", ha detto Benvenuti.
Una nuova minaccia arriva ora da BlueWalker 3, un satellite prototipo lanciato nel 2022 dalla azienda AST SpaceMobile e dotato di un'enorme e innovativa antenna di ben 64 metri quadri per le comunicazioni telefoniche. In alcune condizioni BlueWalker 3 è uno degli oggetti più luminosi del cielo, ma il pericolo maggiore arriva dalla sua potente antenna, che trasmette su frequenza simili a quelle degli smartphone. Frequenza su cui esistono sulla Terra (ma non nello spazio) rigide regolamentazioni e che interferiscono con la radioastronomia, un settore scientifico in grande crescita e che sta permettendo di conoscere alcuni dei segreti dell'universo. Presto BlueWalker 3 sarà seguito da centinaia di satelliti ancor più grandi, una nuova maxi costellazione che metterà in difficoltà la radioastronomia, come il futuro osservatorio Ska composto da centinaia di antenne sparse tra Africa e Australia.
"E' necessario trovare un accordo tra i gestori delle costellazioni e la comunità scientifica", ha aggiunto Benvenuti. "Al momento - ha concluso - l'unica possibilità è quella di ottenere informazioni dettagliatissime, molto di più di quanto fatto finora, sui passaggi in tempo reale di ogni satellite in modo da poter essere informato e saper eliminare il rumore dovuto ai passaggi".
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