Nuovi indizi su come sia arrivata l’acqua sulla Terra sono nascosti in un asteroide ‘salato’: in un campione di Itokawa, l’asteroide visitato nel 2005 dalla missione giapponese Hayabusa, sono state infatti scoperte tracce di cloruro di sodio, il comune sale da cucina, che può essersi formato solo in presenza di acqua liquida. Poichè asteroidi di questo tipo sono comuni anche nella parte interna del Sistema Solare, la scoperta avvalora l’ipotesi secondo cui l’acqua sia giunta sul nostro pianeta proprio grazie a oggetti di questo tipo, finora ritenuti per lo più poveri d'acqua. Il risultato è pubblicato sulla rivista Nature Astronomy da due ricercatori dell’Università americana dell’Arizona a Tucson.
Shaofan Che e Thomas Zega hanno analizzato un minuscolo campione di Itokawa riportato sulla Terra nel 2010, riuscendo per la prima volta a dimostrare che i cristalli di sale hanno avuto origine sull’asteroide: hanno infatti escluso ogni possibilità che si siano invece formati a causa di una contaminazione dopo che il campione ha raggiunto la Terra, una questione che ha afflitto studi precedenti che hanno trovato cloruro di sodio in meteoriti di simile provenienza.
Il tipo di roccia extraterrestre analizzato dai due autori dello studio è noto come condrite, che costituisce l’86% dei meteoriti caduti sulla Terra. Le condriti hanno un'età di 4,6 miliardi di anni (quindi risalgono al periodo in cui il Sistema Solare si è formato) e si ritiene che abbiano origine nella fascia principale degli asteroidi, tra Marte e Giove. “Si è a lungo pensato – dice Zega – che le condriti fossero improbabili come fonte di acqua sulla Terra”: questo perché si ritenevano più probabili gli asteroidi che si trovano in zone più esterne, dove le temperature consentono la presenza di ghiaccio. “La nostra scoperta del cloruro di sodio – conclude Zega – ci dice invece che questa popolazione di asteroidi più vicini potrebbe ospitare molta più acqua di quanto pensassimo”.
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