In una culla di stelle individuata nella Piccola Nube di Magellano, una galassia nana vicina della Via Lattea, sono stati osservati gli ingredienti base dai quali nascono i pianeti: quei microscopici granelli di polvere che man mano si uniscono tra loro fino a formare corpi come la Terra. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Astronomy e guidata dall’Osservatorio Reale di Edimburgo con la collaborazione anche dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, è stata possibile grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale James Webb, di Nasa, Agenzia Spaziale Europea e Canadese e permette di capire come si possono formare i pianeti anche in galassie povere dei materiali necessari.
I pianeti iniziano come microscopici granelli di polvere che, col tempo, formano prima ciottoli e poi planetesimi rocciosi (oggetti alla base di pianeti e asteroidi). I planetesimi, poi, si scontrano tra loro per creare i nuclei planetari, la parte centrale di un pianeta o di un satellite. Per questo processo di formazione sono necessari elementi come silicio, magnesio, alluminio e ferro, che però si trovano in quantità abbastanza scarse nella Piccola Nube di Magellano.
Per capire come possono formarsi i pianeti anche in queste condizioni, i ricercatori guidati da Olivia Jones hanno osservato centinaia di stelle giovani, sfruttando la capacità del Jwst di rilevare la radiazione termica emessa dai granelli di polvere calda. In questo modo, gli autori dello studio hanno scoperto tracce di polvere in orbita intorno ai giovani astri: ciò significa che i pianeti si formeranno probabilmente di pari passo con le stelle, man mano che queste maturano.
I dati raccolti indicano anche che l’abbondanza degli ingredienti base per i pianeti in questa galassia nana è simile a quella di galassie molto più lontane, che risalgono a circa 11-12 miliardi di anni fa. Dunque, la formazione di pianeti potrebbe essere iniziata già in questa epoca remota dell’universo.
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