L’incredibile missione spaziale della sonda Voyager 2 potrebbe estendersi ancora fino al 2026: è l’obiettivo di una nuova modifica che i tecnici della Nasa faranno a breve sulla gestione dell’energia elettrica a bordo della sonda. Le due sonde Voyager lanciate negli anni ’70 sono le uniche sonde operative ad essere arrivate nello spazio interstellare, fuori dal guscio di influenza del Sole.
Lanciata nel 1977 la Voyager 2 si trova a più di 20 miliardi di chilometri dalla Terra, così lontana che la luce impiega quasi 19 ore per raggiungerla, e nonostante la sua età i suoi 5 strumenti scientifici sono ancora operativi. Dopo avere attraversato i confini del Sistema solare, le Voyager hanno proseguito il loro viaggio nello spazio interstellare.
La Voyager 2 ha varcato la cosiddetta eliopausa il 5 novembre 2018, e continuano a inviare dati preziosissimi sull’ambiente interstellare il cui interesse cresce con l’allontanamento dal Sole: “per questo siamo molto interessati a mantenere in funzione il maggior numero di strumenti scientifici il più a lungo possibile”, ha detto Linda Spilker, del Jet Propulsion Laboratory della Nasa e a capo delle missioni Voyager.
Le due sonde sono alimentate da un piccolo generatore elettrico che sfrutta il calore dal decadimento di elementi radioattivi ma nel corso dei decenni la produzione elettrica è immancabilmente andata a diminuire tanto da dover obbligare i tecnici allo spegnimento di alcuni sistemi di bordo. Pur di non sacrificare nessuno strumento scientifico i responsabili della Nasa hanno ora deciso che procederanno allo spegnimento di un dispositivo di protezione dagli sbalzi di corrente elettrico, un rischio per le strumentazioni me che permetterà di prolungare la missione ancora alcuni anni, fino al 2026.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA