Il rover per la Luna e quello per Marte, il primo sistema di comunicazione satellitare nell'orbita lunare, strumenti per studiare le lune ghiacciate di Giove che nascondono oceani forse ospitali per la vita, e poi la costellazione Iride per l'osservazione della Terra che è fra i programmi di punta finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), fino all'impegno per una legge che regoli le attività spaziali: il 2023 si annuncia un anno intenso per lo spazio italiano, nel fitto programma di attività presentato dl presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) Giorgio Saccoccia.
Nell'anno appena iniziato dovranno essere gettate le basi per la partecipazione italiana ai programmi europei per la Luna: il lander Argonaut e il sistema di comunicazione Moonlight, "nei quali l'Italia ha un ruolo di primo piano", ha detto Saccoccia. "E' in corso un lavoro preparatorio, sia a livello di industria sia a livello di coordinamento dei programmi dell'Agenzia Spaziale Europea, come l'avvio del lander lunare nel quale l'Italia ha la leadership". Si tratta ora di stabilire i ruoli fra i partner e definire gli interessi a livello industriale. E' "un programma nuovo molto importante e con ritorni enormi", ha osservato il presidente dell'Asi. L'Italia ha la leadership anche nel progetto Moonlight, al quale l'industria partecipa con Telespazio, e il cui obiettivo "è portare la capacità di fare comunicazione e navigazione dall'orbita terrestre a quella lunare".
Sono decisamente più vicine nel tempo le scadenze per i programmi di esplorazione spaziali, ai quali l'Italia partecipa nell'ambito dell'Esa. Il primo appuntamento sarà in aprile, con il lancio della missione Juice (JUpiter ICy moons Explorer) diretta alle lune di Giove Ganimede, Europa e Callisto. Sono italiani gli strumenti che aiuteranno a capire che cosa si nasconde sotto i ghiacci: il sistema di telecamere Janus realizzato con l'Università Parthenope di Napoli, il radar Rime realizzato con l'Università di Trento e 3Gm, messo a punto con l'Università Sapienza di Roma, che misurerà l'estensione dei mari nascosti.
E' previsto non prima di settembre il lancio di Euclid, il satellite dell'Esa per studiare materia ed energia oscure, con un forte contributo di Italia e Regno Unito. In entrambi i progetti svolge un ruolo importante l'industria Italiana, con Leonardo e Thales Alenia Space (Thales-Leonardo), così come è coinvolta nella missione ExoMars, nella quale "dopo il via della Ministeriale Esa del novembre 2022, ora le attività riprendono a pieno ritmo", ha detto Saccoccia. "I tempi della nuova missione sono stretti". Poiché dopo la rottura della collaborazione fra Esa e Russia in seguito all'invasione dell'Ucraina è stata avviata una collaborazione con la Nasa, "adesso abbiamo bisogno della formalizzazione da parte degli Stati Uniti della disponibilità per quanto riguarda le risorse. Il budget sarà definito nella seconda metà del 2023".
Tra le scadenze dell'anno ci sono poi quelle previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che ha assegnato allo spazio fondi complessivi 2,3 miliardi: "nel primo quarto del 2023 andranno contrattualizzate le attività previste", sia quelle gestite dall'Asi sia quelle condotte nell'ambito dell'Esa. "Stiamo lavorando perché questo avvenga senza problemi e, per la parte gestita dall'Asi, stiamo ricevendo offerte per tutti i bandi aperti e stiamo lavorando a pieno per impegni vengano onorati".
Per il 2023 si prevede infine un'accelerazione del dibattito per una legge che regoli le attività spaziali: è previsto un "confronto con l'industria - ha detto Saccoccia - per fare in modo di avere il maggiore consenso possibile e poter fare il passo successivo"
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