La nuova corsa alla Luna tra Stati Uniti e Cina potrebbe decidersi nei prossimi due anni: gli Usa hanno le carte in regola per vincere ma non c'è tempo da perdere, perché se i cinesi dovessero avere la meglio non è escluso che possano cercare di dominare le regioni più ricche di risorse avanzando pretese come stanno facendo con le isole contese nel Mar Cinese Meridionale. E' quanto sostiene il numero uno della Nasa, Bill Nelson, in un'intervista al magazine americano Politico.
"E' un dato di fatto: siamo in una corsa allo spazio", afferma l'ex senatore e astronauta della Florida. “Ed è vero che faremo meglio a stare attenti che non arrivino in un posto sulla Luna con il pretesto della ricerca scientifica. Non è escluso che dicano 'state fuori, siamo qui, questo è il nostro territorio'. Se ne dubitate, guardate cosa hanno fatto con le Isole Spratly”.
Nelson si dice fiducioso che la missione Artemis 2 con un equipaggio in orbita intorno alla Luna possa essere lanciata entro due anni, ma sottolinea come la Nasa sia sotto pressione perché costretta a riutilizzare per questioni di budget tutta l'avionica di Artemis 1: la necessità di spogliare la capsula appena tornata a terra da tutti i sistemi per il volo che dovranno poi essere reinstallati su un'altra capsula "ci sta costando del tempo", sottolinea Nelson. La speranza è che non ci siano ritardi che possano condizionare di conseguenza Artemis 3, la missione che dovrebbe riportare astronauti sul suolo lunare nel 2025, dunque già un anno dopo rispetto a quanto previsto dai piani dell'amministrazione Trump. La Nasa sta facendo il possibile per cercare di tenere il passo, ma "la Cina nell'ultimo decennio ha conseguito enormi successi e progressi", osserva Nelson. "È anche vero che la data del loro sbarco sulla Luna si avvicina sempre di più", considerato che Pechino ha annunciato di voler allunare con i suoi taikonauti entro la fine del decennio.
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