I Neanderthal cacciavano i leoni delle caverne e lo facevano non solo per mangiarne le carni, ma anche per usarne la pelliccia come ornamento o trofeo: lo dimostrano le più antiche prove di questa pratica, scoperte in Germania da un gruppo di ricerca internazionale guidato dal paleoantropologo italiano Gabriele Russo dell'Università di Tubinga. Lo studio, pubblicato su Scientific Reports, rafforza l'ipotesi che i nostri antichi 'cugini' fossero capaci di comportamenti complessi e di pensiero simbolico.
I ricercatori, in collaborazione con l'archeologa Annemieke Milks dell'Università di Reading (Regno Unito), hanno riesaminato lo scheletro completo di un leone delle caverne vissuto 48.000 anni fa e rinvenuto negli anni Ottanta sulle Alpi bavaresi a sud di Monaco. Oltre ai segni dello scuoiamento, hanno individuato una particolare lesione di una costola "che differisce chiaramente dai segni lasciati dai morsi dei carnivori e mostra il tipico modello di rottura di una lesione causata da un’arma da caccia”, spiega Russo. L'animale, un maschio anziano forse isolato dal branco, "è stato probabilmente ucciso da una lancia che gli è stata conficcata nell’addome quando era già disteso a terra”, aggiunge Milks. Questa è la più antica prova diretta della caccia che i Neanderthal davano ai leoni delle caverne, i grandi felini che dominavano l’Europa nell’Era glaciale prima di estinguersi circa 13.000 anni fa.
Sempre nello stesso studio, i ricercatori presentano anche la scoperta della più antica testimonianza dell'utilizzo della pelle dei leoni delle caverne da parte dei Neanderthal. Nel 2019, scavando in una caverna tedesca conosciuta come Grotta dell'Unicorno, hanno infatti trovato le ossa della zampa di un leone delle caverne di 190.000 anni fa che riporta i segni di uno scuoiamento eseguito con grande attenzione per preservare anche gli artigli, probabilmente per farne un trofeo di caccia.
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