Gli elefanti marini, abituati a sonnecchiare fino a 10 ore al giorno sulla spiaggia nella stagione riproduttiva, dormono solo due ore al giorno nei mesi che trascorrono in mare aperto alla ricerca di cibo: per l'esattezza fanno dei brevi sonnellini di circa 10 minuti durante immersioni profonde di 30 minuti, spesso spiraleggiando verso il basso o giacendo immobili sul fondale, dove sono al sicuro dai predatori. Lo dimostrano le registrazioni della loro attività cerebrale, le prime mai realizzate in mammiferi marini selvatici. Lo studio è pubblicato sulla rivista Science da un team internazionale guidato dalla biologa marina Jessica Kendall-Bar, dell'Università della California a Santa Cruz.
I ricercatori hanno monitorato l'attività cerebrale di 13 femmine di elefante marino della riserva californiana di Año Nuevo durante un centinaio di immersioni, grazie all'uso di caschetti in neoprene con sensori per l'elettroencefalogramma e altri dispositivi per il tracciamento dei movimenti. I dati raccolti hanno permesso di sviluppare un algoritmo per identificare i periodi di sonno sulla base dei soli dati di immersione: il sistema è stato quindi utilizzato per stimare le abitudini di sonno di oltre 300 esemplari adulti.
I risultati dello studio dimostrano che gli elefanti marini entrano nel fase di sonno profondo (quello a onde lente) e mantengono la loro postura per diversi minuti prima di passare alla fase Rem, quando la paralisi del sonno li induce a perdere il controllo posturale e a capovolgersi, cadendo verso il fondale con un movimento a spirale. In acque poco profonde, invece, talvolta dormono direttamente sul fondale.
A conti fatti, quando si trovano in mare aperto gli elefanti marini dormono pochissimo, tanto da contendere agli elefanti africani il primato di mammiferi con il minor numero di ore di sonno giornaliero.
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