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Un modello di IA prevede la ricomparsa del tumore al fegato

Un modello di IA prevede la ricomparsa del tumore al fegato

È disponibile online, messo a punto con un grande contributo italiano

07 dicembre 2023, 10:17

Benedetta Bianco

ANSACheck

In Italia, più della metà dei trapianti di fegato effettuati ogni anno ha come causa principale il cancro al fegato (fonte: freepik) - RIPRODUZIONE RISERVATA

In Italia, più della metà dei trapianti di fegato effettuati ogni anno ha come causa principale il cancro al fegato (fonte: freepik) - RIPRODUZIONE RISERVATA
In Italia, più della metà dei trapianti di fegato effettuati ogni anno ha come causa principale il cancro al fegato (fonte: freepik) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un modello di intelligenza artificiale prevede il rischio di ricomparsa del tumore al fegato. Lo strumento, disponibile online, consentirà di gestire e curare i pazienti in maniera più efficiente, valutando anche se possano o meno essere sottoposti al trapianto. Lo ha messo a punto un gruppo di ricerca internazionale guidato dall’Università Sapienza di Roma, con la partecipazione di Politecnico di Torino, Università Politecnica delle Marche, Università di Roma Tor Vergata, Policlinico Gemelli, Ospedale San Camillo e Policlinico Umberto I di Roma, Università di Padova e Università di Bologna. Il modello, pubblicato sulla rivista Cancer Communications, è stato sviluppato grazie all’Intelligenza Artificiale ed è disponibile gratuitamente online.

In Italia, più della metà degli oltre 1.500 trapianti di fegato eseguiti ogni anno ha come causa principale il cancro al fegato. Risulta, dunque, di fondamentale importanza prevedere la possibilità che il tumore possa ripresentarsi, evitando da una parte di sottoporre a questo intervento pazienti ad alto rischio, e dall’altra migliorando la cura e la gestione dei pazienti trapiantati. 

Per questo motivo, i ricercatori, guidati da Quirino Lai, hanno raccolto i dati di circa 4.000 pazienti provenienti da Nord America, Europa e Asia, per sviluppare un calcolatore in grado di predire in modo affidabile il rischio di recidiva.

“Tutte le variabili necessarie al modello sono facilmente ottenibili prima del trapianto, al fine di consentire il suo utilizzo praticamente in ogni parte del mondo”, osserva Lai. “Un’altra importante novità è stata quella di sviluppare un modello basato su migliaia di pazienti provenienti da tutto il mondo, mentre quelli già esistenti si basavano su realtà regionali o nazionali, decisamente più circoscritte”.

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