Con l’Intelligenza Artificiale abbiamo insegnato alle macchine ad apprendere, la prossima sfida è insegnar loro a ragionare: il machine reasoning. A dirlo è Charbel Fahrat, dell’Università di Stanford, in occasione della prima conferenza europea Math 2 Product organizzata in Sicilia, a Taormina.
“Reagire a uno stimolo è ben diverso da interpretare uno stimolo, per fare quest’ultima cosa serve una capacità elevata: ragionare”, ha detto all’ANSA Fahrat, tra i massimi esperti al mondo di ingegneria matematica e vincitore nel 2002 del Gordon Bell Prize, una sorta di Nobel nel supercomputing. Il suo lavoro spazia in molti ambiti differenti: dalle simulazioni matematiche necessarie a testare i complessi paracadute usati per le recenti discese dei rover della Nasa su Marte, fino alla guida autonoma dei droni militari capaci di atterrare sulle portaerei. “Oggi le macchine non sono ancora in grado di ragionare ma non credo dovremo attendere molto”, ha aggiunto.
Un esempio sono le automobili ‘intelligenti’: oggi se un'auto vede davanti a se un pallone, o un qualsiasi ostacolo, frena per evitare l’impatto oppure fa una manovra. “Questo tipo di macchine le definirei ‘automatizzate’", ha detto Fahrat. "Renderle autonome vorrebbe dire invece che sappiano riconoscere la natura dell’ostacolo e prendere una decisione a riguardo. Nel caso di un pallone - ha osservato - l'auto dovrebbe allora evitare di frenare o di fare una manovra rischiosa, rischio che invece dovrà prendere se invece c'è il pericolo di investire un bambino”. Il passaggio dal ‘machine learning’ al ‘machine reasoning’ richiederà ancora alcuni anni, molti miglioramenti tecnologici e la necessità di ancora tanta potenza di calcolo - ha concluso Fahrat – ma il percorso sta iniziando e porterà molti importanti benefici".
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