Ottenuta al Cern di Ginevra una nuova e più accurata misura della massa del bosone W che contraddice quella con cui nel 2022 il Fermilab di Chicago aveva scosso la fisica mondiale facendo ipotizzare una falla nella teoria del Modello Standard che descrive le particelle elementari e le forze fondamentali.
Il bosone W, scoperto nel 1983 da Carlo Rubbia e cruciale in processi come il decadimento radioattivo e la fusione nucleare, non può essere misurato in modo diretto: informazioni possono essere ottenute misurando la massa e l'energia che libera durante il suo decadimento. "A causa di un neutrino non rilevato nel decadimento della particella, la misurazione della massa è tra le misurazioni di precisione più impegnative eseguite ai collisori di adroni", afferma il fisico delle particelle Andreas Hoecker del team dell'esperimento Atlas al Cern.
Grazie a un nuovo approccio statistico, il suo gruppo ha riesaminato i dati ottenuti nel 2011 con il Large Hadron Collider (Lhc), arrivando a ottenere una stima della massa del bosone W più precisa del 16% e con un minor margine di incertezza. Secondo i nuovi calcoli, la massa del bosone sarebbe pari a 80,360 gigaelettronvolt, un valore molto più vicino a quello previsto dal Modello Standard (80,357 gigaelettronvolt) rispetto a quanto calcolato dai ricercatori americani (80,4335 gigaelettronvolt).
Nuove misure a conferma di questi dati sono attese non solo dall'esperimento Atlas, ma anche da Cms e Lhcb.
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