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Non solo neuroni, la memoria è guidata anche dai capillari

Non solo neuroni, la memoria è guidata anche dai capillari

Nuova luce sulle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer

03 ottobre 2023, 11:35

di Benedetta Bianco

ANSACheck

I capillari presenti nel cervello giocano un ruolo chiave nella formazione dei ricordi a lungo termine (fonte: free via unsplash) - RIPRODUZIONE RISERVATA

I capillari presenti nel cervello giocano un ruolo chiave nella formazione dei ricordi a lungo termine (fonte: free via unsplash) - RIPRODUZIONE RISERVATA
I capillari presenti nel cervello giocano un ruolo chiave nella formazione dei ricordi a lungo termine (fonte: free via unsplash) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Può sembrare strano, ma la memoria non è guidata soltanto dai neuroni: anche i capillari presenti nel cervello giocano un ruolo chiave soprattutto nella formazione dei ricordi a lungo termine. Lo ha scoperto uno studio condotto sui topi, pubblicato sulla rivista Neuron e guidato dall’Università di New York, che vede tra gli autori anche l’italiana Cristina Alberini: i responsabili sono i cosiddetti periciti, un tipo di cellula del sistema vascolare che avvolge i capillari e che lavora insieme ai neuroni, una collaborazione che risulta essenziale per la memoria. La ricerca contribuisce a gettare luce su disturbi come l’Alzheimer e altre malattie neurodegenerative e potrebbe portare anche a nuove terapie.

I periciti aiutano a mantenere l'integrità strutturale dei capillari, controllano la quantità di sangue che scorre nel cervello e svolgono un ruolo chiave nel mantenimento della barriera che impedisce a batteri, virus e sostanze tossiche di invadere il sistema nervoso. I ricercatori hanno scoperto il loro ruolo nella formazione della memoria ‘inseguendo’ l’Igf2, un ormone noto per la sua capacità di aumentare l’apprendimento in alcune regioni del cervello: hanno così evidenziato che i livelli più alti di questo ormone non vengono dai neuroni o da altre cellule nervose, ma proprio dai periciti.I risultati degli esperimenti condotti su topi dimostrano che i periciti aumentano la produzione di Igf2 in risposta all’attività dei neuroni, rivelando un’azione concertata, e influenzano le risposte di quei neuroni che sono cruciali per la memoria.

“Questo lavoro collega tra loro dei puntini importanti – commenta Benjamin Bessières, co-autore dello studio – tra il ruolo dei periciti nella memoria e studi precedenti, che invece mostravano come queste cellule vadano perdute in diverse malattie neurodegenerative, tra cui il morbo di Alzheimer e altre forme di demenza”.

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