Tra 2018 e 2023 i tassi di mortalità per tumore in Europa e Regno Unito sono scesi del 6,5% tra gli uomini e del 3,7% tra le donne, con 5,9 milioni di morti evitate nell’Unione Europea dal 1989 ad oggi e 1,24 milioni nel Regno Unito. Le donne, tuttavia, risultano a rischio per il tumore al polmone e al pancreas, soprattutto sopra i 65 anni d’età: per queste due tipologie, la mortalità femminile in Ue è prevista in crescita rispettivamente dell’1% e del 3,4%, con un marcato aumento del 5,6% tra le donne italiane in particolare per il cancro polmonare. È quanto emerge dallo studio italiano coordinato dall’Università di Milano assieme all’Università di Bologna,
pubblicato sulla rivista Annals of Oncology. I risultati, però, non tengono conto della pandemia di Covid-19, che potrebbe aver influenzato la mortalità in seguito ai rallentamenti nei servizi di salute pubblica.
I ricercatori coordinati da Carlo La Vecchia dell’Università di Milano e da Eva Negri di quella di Bologna, basandosi sui dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), hanno stimato che nel 2023 moriranno per tumore 1 milione e 262mila persone in Europa e oltre 172mila nel Regno Unito. Si prevedono andamenti favorevoli per i tassi di mortalità nei dieci siti tumorali più comuni in gran parte dei paesi europei, anche se il numero assoluto di decessi aumenterà a causa dell’invecchiamento della popolazione.
“Se l'attuale tendenza favorevole dei tassi di mortalità per tumore dovesse continuare, un’ulteriore riduzione del 35% entro il 2035 sarebbe possibile”, commenta La Vecchia. “Il controllo del consumo di tabacco ha contribuito a questi andamenti. Per mantenerli nel tempo sono necessari ulteriori sforzi – aggiunge il ricercatore – per controllare l’epidemia di sovrappeso, obesità e diabete, limitare il consumo di alcol, migliorare la diagnosi precoce e le terapie, e controllare le infezioni virali per le quali esistono vaccini e terapie”
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